CORPI MINORI
ASTROFILO
l’
Di fatto, nell’ultimo secolo abbondante,
l’evento del 15 febbraio scorso è secondo
solo a quello celeberrimo di Tunguska, Si-
beria, del 30 giugno 1908 (non si possono
comunque escludere a priori eventi mag-
giori non registrati, avvenuti sopra gli
oceani). In quell’occasione l’energia svilup-
pata era compresa fra 10 e 15 megaton,
quindi un migliaio di volte più potente
della bomba di Hiroshima. Il meteorite di
Tunguska aveva un diametro di 80-100
metri, quindi tutt’altra cosa rispetto al-
l’evento di Chelyabinsk. Dallo studio dei
crateri lunari e delle popolazioni di piccoli
asteroidi che più si avvicinano al sistema
Terra-Luna è previsto che eventi come
quelli di Chelyabinsk e Tunguska si presen-
tano mediamente una volta al secolo, pre-
visione perfettamente confermata.
Ora che abbiamo inqua-
drato gli accadimenti del 15
febbraio, vediamo come è
evoluta la questione del ri-
trovamento dei frammenti
del meteorite. Dopo le ini-
ziali bufale, la ricerca si è
fatta seria con la discesa in
campo dell’esercito e del-
l’Urals Federal University.
Sabato 16 il lago di Chebar-
kul veniva indicato come
probabile luogo della ca-
duta di un grosso fram-
mento. Proprio lì pescatori
dell’eponima cittadina co-
stiera avevano segnalato la presenza di un
buco di 6-8 metri nel ghiaccio che ricopre il
lago, ma nemmeno le ripetute immersioni di
un gruppo di sei subacquei sono servite a
trovare nulla che giustifichi
un buco del genere. In com-
penso vengono però trovati
sulla superficie ghiacciata e
nei dintorni alcuni piccoli
sassolini brunastri, con di-
mensioni da qualche milli-
metro a 1 cm circa, che alle
successive analisi prelimi-
nari di laboratorio risultano
effettivamente essere fram-
menti del meteorite esplo-
so sopra quei luoghi. A
distanza di poco tempo, un
altro frammento viene re-
cuperato una quarantina di
chilometri più ad ovest,
I
n questa pagina
vediamo alcuni
dei primi fram-
menti del meteo-
rite di Chebarkul
recuperati da una
spedizione coordi-
nata dalla Urals
Federal University.
Sebbene ci si
aspettasse di tro-
vare frammenti di
almeno mezzo
metro, non si è
andati molto al di
là di un solo centi-
metro. Si stima in
compenso che di
questi piccoli sas-
solini ne siano ca-
duti al suolo
molte migliaia,
anche se a fine
febbraio quelli
raccolti non supe-
ravano di molto la
cinquantina. A si-
nistra, alcuni cam-
pioni del
meteorite di Che-
barkul vengono
sottoposto ad
analisi preliminari
presso la UFU,
mentre altri sono
in viaggio verso
Mosca per esami
più approfonditi.
[RIA Novosti]