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ESOPIANETI
ASTROFILO
l’
effettivamente esistenti, GJ 581e, GJ 581b e
GJ 581c (quest'ultimo con periodo di 12,91
giorni), escono rafforzati dall'elaborazione,
e inoltre il pianeta “e” non richiede nem-
meno più un'orbita eccentrica, presupposto
invece necessario in precedenti lavori.
La “perdita” di due pianeti potenzialmente
abitabili ha comunque risvolti positivi. In-
nanzitutto è stato messo l'accento sull'im-
portanza di conoscere a fondo l'attività su-
perficiale di una stella per capire quanti pia-
neti effettivamente ospita (se
li si cerca col metodo della ve-
locità radiale). Inoltre esce raf-
forzato il sospetto che sulle
nane rosse possano manife-
starsi regioni attive sensibil-
mente diverse da quelle di
tipo solare. Infine, la tecnica
della sottrazione del contri-
buto dato dall'attività stellare
alla variazione della velocità
radiale (non sempre possibile)
può consentire di evidenziare
i segnali di pianeti di piccola
taglia prima invisibili.
I
l sistema plane-
tario di GJ 581
dopo il riordino
fatto dal team di
Robertson. In pri-
mo piano il pia-
neta “c” e più in
lontananza il “b”
e il più piccolo “e”.
Il video in basso
enfatizza la sco-
perta di GJ 581d,
pianeta sul quale i
ricercatori ripone-
vano speranze di
carattere astrobio-
logico, ma che in-
vece si è rivelato
inesistente. [ESO/
PHR/UPR Arecibo]
son ha sottratto il “rumore” chiaramente
attribuibile all'attività magnetica superfi-
ciale della stella, il segnale fino a quel mo-
mento attribuito al pianeta “d” è scemato
notevolmente fino a divenire trascurabile,
mentre il segnale del pianeta “g” è del tut-
to svanito.
La migliore dimostrazione che le procedure
seguite dal team di Robertson sono quelle
che meglio rappresentano la realtà è data
dal fatto che i segnali attribuibili ai pianeti
n