ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
guardia per una ricerca dagli
esiti a dir poco incerti. Lin e
colleghi hanno pertanto adot-
tato una strategia di basso
profilo, che consentirà comun-
que di verificare le loro ipo-
tesi. Come prima cosa, i tre
ricercatori hanno fatto un
elenco degli inquinanti che
nell'atmosfera terrestre mo-
strano un significativo assorbi-
mento (righe scure) nel range
spettrale coperto dal JWST. I
più facili da rilevare tra i CFC
sono risultati il tetrafluorome-
tano (CF
4
) e il triclorofluoro-
metano (CCl
3
F), entrambi in-
dubbiamente prodotti dall'at-
tività antropica. Il primo dei
due ha massimo assorbimento
nel bel mezzo dell'infrarosso,
a 7.8
µ
m (micron) ed è forte-
mente mascherato dall'assorbimento di CH
4
e N
2
O; il secondo lascia invece la traccia più
vistosa a 11.8
µ
m, nei pressi della quale
sono questa volta O
3
e H
2
O a creare le in-
terferenze più pesanti. Ipotizzando di voler
identificare CF
4
e CCl
3
F nell'atmosfera di un
pianeta di tipo terrestre posto a distanze ra-
gionevoli (diciamo entro qualche centinaio
di anni luce dalla Terra), per riuscirci con il
JWST le loro abbondanze dovranno essere
circa 10 volte superiori a quelle misurabili
oggi nella nostra atmosfera. In tal caso i
tempi di esposizione integrati (somme di
più pose) necessari per registrare le righe di
assorbimento dei due CFC sarebbero rispet-
tivamente di 1,7 e 1,2 giorni, ragionevol-
mente vicini a quelli (circa 1,0 giorni) ne-
cessari a registrare la presenza dei classici
biomarcatori (le cui
tracce devono essere
opportunamente sot-
tratte per evidenzia-
re quelle dei CFC, do-
ve sovrapposte).
La ricerca di CF
4
e
CCl
3
F non andrebbe
quindi a gravare sen-
sibilmente su quelli
che saranno i pro-
grammi di studio dei
pianeti extrasolari
che gli astronomi av-
vieranno col JWST. In
pratica si potranno
prendere i prover-
biali due piccioni con
una fava: non solo
sarà possibile capire
se su un determinato
A
nche attorno
alle nane
bianche possono
formarsi pianeti,
come dimostrano
alcuni dischi di
detriti scoperti in
prossimità di al-
cune di esse. So-
pra vediamo una
rappresentazione
di fantasia di uno
di quei dischi,
mentre sulla sini-
stra, nel campo
dell’ammasso
stellare delle Iadi
sono indicate due
nane bianche as-
sociate a dischi di
detriti. [Jon Lom-
berg, NASA, ESA,
STScI, and Z.
Levay (STScI)]