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ESOPIANETI
ASTROFILO
l’
vati gli effetti gravitazionali prodotti dalla
sua massa sul moto della stella che lo
ospita. In parole semplici, il pianeta attira
la stella verso di sé, anche se di pochissimo,
e se quello spostamento avviene lungo la
linea di vista crea un'oscillazione in quel-
la che è la naturale velocità radiale della
stella (ricordiamo che la velocità radiale è
massima se la stella si muove esattamente
verso l'osservatore o nella direzione oppo-
sta, mentre è pari a zero se si muove su una
traiettoria inclinata di 90° rispetto alla
linea di vista).
Per capire se una stella si avvicina o si allon-
tana dall'osservatore, si scompone la sua
luce nei vari colori, ottenendo il cosiddet-
to “spettro”. Lo spettro delle stelle è tipica-
mente caratterizzato dalla presenza di sot-
tili righe scure e chiare, che a seconda delle
loro posizioni (lunghezze d'onda) sono in-
dicative della presenza nell'atmosfera stel-
lare (dalla fotosfera alla corona) di deter-
minati elementi chimici. Quelle posizioni
variano rispetto alle posizioni standard di
laboratorio se le stelle si avvicinano o si al-
lontanano dall'osservatore. I migliori spet-
trografi oggi esistenti sono in grado di mi-
surare spostamenti delle righe spettrali così
piccoli che le corrispondenti velocità sono
dell'ordine di 1 m/s. È intuibile che qualun-
que fenomenologia si manifesti alla “super-
ficie” di una stella è in grado di disturbare
misurazioni anche molto meno accurate;
pensiamo ad esempio a una stella caratte-
rizzata da modestissime pulsazioni a livello
globale, fanno presto a produrre un se-
gnale di tipo planetario. Ma anche in as-
senza di pulsazioni ci sono situazioni equi-
voche, come in presenza di grandi gruppi di
macchie, infatti gli intensi campi magnetici
che li caratterizzano sottraggono energia
alle celle convettive sopra le quali si mani-
festano e questa perdita di energia si tra-
duce sia in una minore luminosità di quelle
specifiche regioni, sia in una minore velo-
cità di risalita del plasma (idrogeno e altri
atomi ionizzati) dagli strati più profondi.
Ciò ha due effetti rilevanti, uno fotome-
trico, perché la presenza di un gruppo di
macchie abbassa (quasi impercettibilmente)
S
e i segnali che
hanno mimato
la presenza dei
tre pianeti inesi-
stenti di GJ 581
fossero stati ge-
nerati da una
grande macchia
come quella qui
rappresentata, i
ricercatori avreb-
bero registrato
una variazione
fotometrica della
nana rossa. Non
essendo ciò avve-
nuto, è molto
probabile che su
quel tipo di stelle
l’attività magne-
tica superficiale
produca feno-
meni ad oggi an-
cora sconosciuti.
[D. Aguilar (CfA)]