ESOPIANETI
ASTROFILO
l’
diverse ricerche sulle proprietà dinamiche
e fisiche dell'intero sistema, GJ 581 inclusa.
Ben presto gli astronomi coinvolti in quelle
ricerche si sono però accorti che qualcosa
non quadrava, perché i risultati erano spes-
so discordanti tra loro e ogni nuovo pia-
neta scoperto rimescolava le carte. Il caso
più eclatante a questo proposito è la sco-
perta di GJ 581e, il più interno di tutti (con
periodo di 3,15 giorni), che ha richiesto una
correzione del periodo di GJ 581d da 82 a
66 giorni per far quadrare i conti.
Si aggiunga che proprio dalle proprietà or-
bitali del pianeta “d”, in particolare dal va-
lore dell'inclinazione adottato, è sempre
dipesa l'esistenza del pianeta “g” (per il
quale era stato stimato un periodo di 33
giorni). Per non parlare poi del pianeta “f”,
il più esterno di tutti, con periodo stimato
in 433 giorni, la cui esistenza è stata messa
ripetutamente in discussione, tanto che già
da qualche tempo viene considerato un er-
rore scaturito dalle procedure adottate al-
l'epoca della sua scoperta per indagare
quel sistema planetario.
I pianeti “d” e “g” hanno invece trovato
sostenitori fino a pochi mesi fa, quando an-
ch'essi hanno dovuto gettare la spugna da-
vanti ai risultati prodotti dal team della
Penn State, composto da Paul Robertson,
Suvrath Mahadevan, Michael Endl e Arpita
Roy, e pubblicati in luglio su
Science
.
Per risolvere definitivamente la questione
dei fantomatici pianeti di GJ 581, i ricerca-
tori hanno utilizzato il medesimo materiale
che aveva permesso di scoprirli, in aggiunta
ad altro materiale che già precedente-
mente aveva minato la solidità di alcune
delle scoperte. Quel materiale consiste di
239 spettri della nana rossa, ottenuti con
due dei migliori spettrografi del mondo,
l'HARPS dell'ESO e l'HIRES del Keck Obser-
E
cco come è
stato aggior-
nato il diagram-
ma che mette a
confronto il no-
stro sistema so-
lare (fino a Giove)
con quello di
Gliese 581. I pia-
neti g, d ed f non
sono mai esistiti.
[F. Selsis/ESO]