ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
perché se ET avesse utilizzato il medesimo
espediente per scovare vita intelligente
sulla Terra un secolo fa, avrebbe concluso
che qui non ce n'era. Perché, dunque, cer-
care quelle sostanze in atmosfere aliene?
Non basterebbe puntare su biomarcatori
meno esotici? Ad esempio, una concentra-
zione relativamente elevata di ossigeno
molecolare (0
2
), ozono (O
3
) e metano (CH
4
)
potrebbe già suggerire la presenza alla su-
perficie di una qualche forma di vita, anche
perché ossigeno e metano tendono a coesi-
stere solo se continuamente
riforniti da attività biologica.
Se in aggiunta c'è anche una
non trascurabile presenza di
protossido di azoto (N
2
O, ti-
pico inquinante gassoso, cor-
responsabile dell'effetto ser-
ra) si può arrivare a supporre
l'esistenza di una civiltà in-
dustriale. Non necessariamen-
te, però. Infatti quelle mole-
cole, anche se dovessero es-
sere rilevate in grandi abbon-
danze, potrebbero essere di
origine non biologica, tanto
è vero che anche nell'atmosfera terrestre
c'è un elevato e continuo contributo di
quelle molecole che non è correlato a nulla
di vivente.
Di qui la necessità di cercare qualcosa che
l'ambiente non sa creare da solo in quantità
significative e, forse più importante, che la
ricerca di quel qualcosa possa essere inqua-
drata come attività a margine di indagini
meno aleatorie, in quanto sarebbe impen-
sabile poter occupare in esclusiva (anche
per brevi periodi) un telescopio all'avan-
C
onfronto fra
le dimensioni
di una bianca con
quelle della Terra.
Sono praticamen-
te identiche e ciò
fa sì che durante
il transito del pia-
neta sulla stella
(di fatto un’eclis-
se) si abbia il mas-
simo contrasto
possibile fra le
righe dello spet-
tro planetario e il
background stel-
lare. [ESA/NASA]
Nel video a fian-
co, un suggestivo
“movie trailer”
della missione
JWST. [NASA]