l'Astrofilo settembre 2012 - page 44

hanno deciso di migliorare quel valore, ap-
plicando un nuovo metodo di riduzione dei
dati spettroscopici, testato inizialmente su un
pianeta in transito. Sfruttando la vicinanza e
la forza del segnale del sistema di Tau Boötis,
i ricercatori hanno effettuato tre serie di os-
servazioni spettropolarimetriche (18 ore in
totale) con il CRyogenic high-resolution In-
fraRed Echelle Spectrograph (CRIRES), in do-
tazione all’unità Antu del Very Large Tele-
scope dell’ESO. Complessivamente sono stati
presi 452 spettri ad altissima risoluzione, in
un intervallo di lunghezze d’onda centrate
sui 2,3 micron, con particolare attenzione alla
riga del monossido di carbonio, che era at-
tesa intensa nella luce planetaria. La scelta di
osservare nell’infrarosso si deve chiaramente
al fatto che in quella regione dello spettro
elettromagnetico il divario fra luminosità di
stella e pianeta si riduce sensibilmente, e
ancor più si riduce osservando in luce pola-
rizzata, dove il contributo planetario è pre-
minente rispetto a quello stellare.
ASTROFILO
l’
Sfruttando questo doppio vantaggio (e
avendo a disposizione uno dei più potenti
strumenti astronomici del mondo) i ricerca-
tori auspicavano di individuare righe spettrali
(come appunto quella del monossido di car-
bonio) appartenenti alla minuscola parte di
luce (mediamente lo 0,01%) riflessa dal pia-
neta. Se fossero emerse, riconoscerle sarebbe
stato relativamente semplice, dal momento
che quelle appartenenti alla luce planetaria
avrebbe manifestato uno spostamento verso
il rosso (redshift) e verso il blu (blueshift) di-
verso da quello della stella, in quanto alla ve-
locità radiale del sistema si sarebbe sommata
o sottratta la velocità orbitale del pianeta.
Attraverso complesse elaborazioni, che han-
no richiesto anche la realizzazione di appositi
algoritmi, il segnale cercato è alla fine emer-
so (si consideri che quegli spettri sono domi-
nati da elementi appartenenti alla nostra
atmosfera, ancor prima che a Tau Boötis,
ulteriore complicazione). Per interpretarlo
nella giusta maniera Brogi e colleghi hanno
S
opra, il riflet-
tore Antu,
unità 1 del Very
Large Telescope,
impiegato da un
team internazio-
nale di astronomi
per determinare
la massa di Tau
Boötis b. [ESO]
1...,34,35,36,37,38,39,40,41,42,43 45,46,47,48
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