GALASSIE
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          classica lunghezza d’onda
        
        
          di 21 cm, è agevole solo
        
        
          nell’universo locale e non
        
        
          ha finora avuto successo
        
        
          per nubi protogalattiche
        
        
          collocate nell’universo con
        
        
          età di poche centinaia di
        
        
          milioni di anni.
        
        
          In teoria una soluzione ci
        
        
          sarebbe ed era stata pro-
        
        
          posta già un quarto di se-
        
        
          colo addietro da Hogan e
        
        
          Weymann: se la radiazione
        
        
          ionizzante di un quasar
        
        
          viene assorbita da un gas
        
        
          neutro, nella fattispecie
        
        
          HI, quest’ultimo può in de-
        
        
          terminate condizioni pro-
        
        
          durre una fluorescenza ri-
        
        
          levabile in emissione nel-
        
        
          la riga Lyman-
        
        
          α
        
        
          , a 1216Å
        
        
          (siamo nell’ultravioletto).
        
        
          La radiazione Lyman-
        
        
          α
        
        
          viene prodotta dalla ca-
        
        
          duta degli elettroni degli
        
        
          atomi di idrogeno sul più
        
        
          basso livello di energia. At-
        
        
          traverso questo meccani-
        
        
          smo la radiazione emessa
        
        
          dal quasar a lunghezze
        
        
          d'onda minori di 912 Å
        
        
          viene assorbita dagli atomi
        
        
          di idrogeno e poi riemessa
        
        
          a lunghezze d’onda mag-
        
        
          giori. Pertanto, più le ga-
        
        
          lassie oscure (se si preferi-
        
        
          sce, le nubi protogalattiche) sono vicine al
        
        
          quasar, maggiore sarà la probabilità di osser-
        
        
          vare, attraverso appositi filtri a banda stret-
        
        
          tissima, la fluorescenza prevista dalla teoria.
        
        
          E più intenso sarà il segnale rilevato, più in-
        
        
          formazioni sullo stato della sorgente si otter-
        
        
          ranno nel corso dell’osservazione.
        
        
          Applicare questo metodo in un’epoca in cui
        
        
          le galassie erano ancora prive di stelle è però
        
        
          un’impresa irrealizzabile, perché i quasar
        
        
          erano o inesistenti o così pochi e così giovani
        
        
          da rendere improbabile un loro impiego nel
        
        
          senso indicato da Hogan e Weymann.
        
        
          Non tutte le galassie hanno però seguito nei
        
        
          primi miliardi di anni dopo il Big Bang il me-
        
        
          desimo percorso evolutivo, ed è possibile
        
        
          che alcune (o forse la maggior parte) non
        
        
          abbiano sperimentato una rilevante produ-
        
        
          zione stellare, vuoi a causa di una metallicità
        
        
          insolitamente bassa o di una temperatura
        
        
          insolitamente alta.
        
        
          Potrebbero dunque esistere galassie senza
        
        
          stelle anche in epoche meno remote, cosa
        
        
          del resto suggerita da diversi recenti lavori
        
        
          teorici. Una prospettiva allettante per gli
        
        
          astronomi: esistendo già i quasar diverrebbe
        
        
          fattibile individuare la fluorescenza del-
        
        
          l’idrogeno e nel caso la campionatura fosse
        
        
          abbastanza vasta si potrebbero studiare di-
        
        
          verse varianti dei primissimi stadi evolutivi
        
        
          delle galassie. Essendo inoltre i ricercatori in
        
        
          grado di distinguere la fluorescenza pro-
        
        
          
            A
          
        
        
          
            
              l centro di
            
          
        
        
          
            
              questa imma-
            
          
        
        
          
            
              gine è ben visibile
            
          
        
        
          
            
              il quasar HE0109-
            
          
        
        
          
            
              3518 (nel cerchio
            
          
        
        
          
            
              rosso), la cui ra-
            
          
        
        
          
            
              diazione ultravio-
            
          
        
        
          
            
              letta è responsa-
            
          
        
        
          
            
              bile della fluore-
            
          
        
        
          
            
              scenza cui vanno
            
          
        
        
          
            
              soggette una doz-
            
          
        
        
          
            
              zina di strutture
            
          
        
        
          
            
              (nei cerchietti blu)
            
          
        
        
          
            
              identificate come
            
          
        
        
          
            
              galassie oscure.
            
          
        
        
          
            
              [ESO, DSS 2 and S.
            
          
        
        
          
            
              Cantalupo (UCSC)]