l'Astrofilo aprile 2012 - page 16

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
N
ella lunga sto-
ria di GJ1214b
ci fu un’epoca in
cui il pianeta ven-
ne a trovarsi a
una distanza dalla
sua stella che con-
sentiva condizioni
ambientali favore-
voli alla comparsa
della vita. Se quel-
l’epoca durò ab-
bastanza a lungo,
potrebbero essere
comparsi sui fon-
dali marini degli
organismi anche
relativamente
evoluti, forse si-
mili a quelli qui
idealmente rap-
presentati al di
sotto di masse
d’acqua liquida e
ghiacciata.
ricerca troviamo Zachory Berta (Harvard-
Smithsonian Center for Astrophysics) e il
già menzionato Charbonneau, che proce-
dono alla caratterizzazione dell’atmosfera di
GJ1214b nell’infrarosso, dove la sua mag-
giore trasparenza dell’atmosfera può con-
sentire una migliore differenziazione tra
foschie dovute al vapore acqueo e addensa-
menti di origine diversa. (Ricordiamo che l’at-
mosfera viene sempre vista indirettamente,
come differenza fra lo spettro di stella+pia-
neta, meno lo spettro della sola stella.)
Berta e colleghi hanno sfruttato un paio di
interessanti proprietà deducibili dalle curve
di luce e dagli spettri stellari presi fuori e du-
rante i transiti. Nel corso di questi eventi
una frazione della luce stellare filtra attra-
verso l’atmosfera planetaria, venendo assor-
bita e riemessa più o meno efficacemente a
seconda della densità e dell’altezza dell’at-
mosfera stessa. Ciò si traduce in variazioni
nella profondità dei transiti, in funzione
della lunghezza d’onda osservata (al mas-
simo la caduta di luce è dell’1,4%, valore de-
cisamente rilevante, che ripetendosi ad ogni
orbita non può essere confuso con l’1% at-
tribuibile alla periodo di variabilità della
stella, che si completa in 2-3 mesi).
Attraverso opportune considerazioni, sulla
base delle caratteristiche dello spettro di
trasmissione del pianeta, è possibile stimare
il peso molecolare medio dell’atmosfera e
quindi capire se il vapore acqueo è domi-
nante, essendo le alternative (H
2
e He) sicu-
ramente meno pesanti.
Secondo previsioni del 2010 di Miller-Ricci e
Fortney, per avere maggiori probabilità di
successo nella ricerca di acqua su GJ1214b
era necessario indagare lunghezze d’onda
infrarosse di 1.15 e 1.4
μ
m, dove l’assorbi-
mento dovuto alla presenza dell’acqua è
particolarmente forte. In linea con quelle
previsioni, Berta e colleghi esaminano tre
transiti con la WFC3 dell’HST, ottenendo si-
multaneamente spettri multifrequenza fra
1.1 e 1.7
μ
m, il cui aspetto, privo di tratti di-
stintivi, è risultato consistente con i modelli
che prevedono una densa atmosfera domi-
nata dal vapore acqueo.
Più che confermare direttamente questo
scenario, i risultati ottenuti con l’HST portano
ad escludere che l’atmosfera di GJ1214b
possa essere prevalentemente composta di
elementi più leggeri dell’acqua, escludendo
altresì che la componente rocciosa del pia-
neta possa essere preponderante.
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