l'Astrofilo aprile 2012 - page 17

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
Questa conclusione ha una diretta ricaduta
sulla struttura interna del pianeta, il quale
deve necessariamente essere composto di
acqua sino a profondità rilevanti, presen-
tandosi sotto l’atmosfera come un vero e
proprio waterworld, sebbene molto meno
ospitale di quello hollywoodiano. Infatti,
come già ricordato, la temperatura su
GJ1214b supera i 200°C e per quanto l’ele-
vata pressione esercitata dall’atmosfera
possa ostacolare un furioso ribollire del-
l’oceano globale, la temperatura quella è.
Al crescere della profondità, con l’aumento
ulteriore della pressione e un probabile
calo della temperatura, possono inoltre
presentarsi stati dell’acqua per noi molto
inusuali, comportandosi essa come un su-
perfluido ad altissima conducibilità elet-
trica, oppure trasformandosi in ghiaccio
bollente.
Non si può nemmeno escludere che le com-
ponenti fluide del pianeta siano interes-
sante da poderose correnti che spostano
ingenti masse: perché ciò avvenga è suffi-
ciente che il moto rotatorio del pianeta sia
sincronizzato con quello di rivoluzione, con-
dizione raggiungibile in tempi relativamen-
te brevi quando la distanza stella-pianeta è
breve come in questo caso.
Se è ragionevole che GJ1214b, grazie alla
sua forza gravitazionale, possa mantenere
in equilibrio l’inviluppo acquoso a dispetto
della destabilizzante radiazione prove-
niente dalla sua vicinissima stella, non al-
trettanto ragionevole è supporre che il
pianeta possa essersi formato così com’è su
quell’orbita. È indubbio che la nana, soprat-
tutto nelle sue fasi giovanili, tipicamente vi-
vaci e caratterizzate da un intenso vento
stellare, abbia spazzato pressoché tutti gli
elementi volatili necessari alla nascita del
pianeta fino a
distanze supe-
rior a quelle del
pianeta. È quin-
di condivisibile la teoria di Berta e Charbon-
neau, che vede GJ1214b nascere in regioni
assai più esterne e migrare successivamente
nell’attuale posizione, attraverso un mecca-
nismo ormai abbastanza chiaro e applicabile
a moltissimi altri sistemi planetari. Non pos-
siamo sapere quanto tempo abbia richiesto
la migrazione, ma sicuramente c’è stata
un’epoca in cui la temperatura dell’oceano
di GJ1214b poteva essere gradevole per
molti organismi terrestri.
S
e GJ1214 non
è rimasto
nella zona abita-
bile per miliardi
di anni, nelle sue
acque possono
comunque essersi
sviluppate forme
di vita più eleme-
tari, come il no-
stro plancton. Il
successivo riscal-
damento del pia-
neta sarebbe
però sicuramente
risultato fatale a
qualunque orga-
nismo, con la sola
eccezione di
eventuali batteri
estremofili. [Axa-
yacati Molina]
n
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