l'Astrofilo aprile 2012 - page 8

ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
terre emerse. Nella luce cinerea, dunque, non
solo doveva esserci traccia di tutto ciò, ma os-
servando con opportuna risoluzione lo spet-
tro della luce polarizzata (si parla in questo
caso di “spettropolarimetria”) sarebbe stato
anche possibile identificare composti mole-
colari riferibili a ben determinate regioni
della litosfera, dell’idrosfera e dell’atmosfera,
compatibilmente con ciò che la Terra riflet-
teva di sé verso la Luna in un dato istante.
C’era a quel punto da stabilire la migliore
strategia “geometrica” con la quale affron-
tare le osservazioni. In prossimità del pleni-
lunio ovviamente no, perché la luce cinerea
risulta sovrastata da quella solare riflessa,
ma soprattutto perché la Terra vista dalla
Luna è quasi completamente in ombra,
quindi non c’è da parte di essa un’illumina-
zione significativa.
Osservazioni sconsigliabili anche in prossi-
mità del novilunio, quando il nostro satellite
è accompagnato in cielo dal Sole. Eliminate
le sizigie (luna nuova e luna piena) e i giorni
ad esse prossimi, non restavano che le qua-
drature, con la Terra e la Luna che si presen-
tano reciprocamente illuminate per metà
(primo e ultimo quarto), in condizioni ideali
di cielo buio per l’osservatore posto nel-
l’emisfero notturno del nostro pianeta.
Sapendo quali conformazioni oceaniche,
terrestri e atmosferiche si presentavano in
un determinato momento riflesse nella
metà oscura del disco lunare, Sterzik e col-
leghi hanno preso una quantità di spettri in
diverse bande (da circa 400 nm a 900 nm),
trovando come la polarizzazione della luce
riflessa prima dalla Terra e poi dalla Luna sia
fortemente dipendente dalla copertura nu-
volosa e dalla lunghezza d’onda osservata.
Attraverso lo studio del comportamento di
alcuni elementi caratteristici, i tre ricercatori
sono riusciti a determinare il contributo fra-
zionale della superficie oceanica e delle nubi
(apprezzando persino variazioni nella coper-
U
n esempio di
come la pola-
rizzazione della
luce possa essere
sfruttata nella fo-
tografia tradizio-
nale: nell’imma-
gine di sinistra il
bucolico paesag-
gio è stato ripre-
so senza filtro po-
larizzatore, men-
tre a destra con il
filtro applicato al-
l’obiettivo e op-
portunamente
ruotato. Questa
seconda imma-
gine è complessi-
vamente migliore
e il cielo guada-
gna parecchio
dall’eliminazione
della luce diffusa.
1,2,3,4,5,6,7 9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,...48
Powered by FlippingBook