l'Astrofilo dicembre 2011 - page 15

DICEMBRE 2011
ASTROFILO
l’
I
n molti studi sulle galassie, l’incertezza più
grande è semplicemente la distanza che ci
separa dall’oggetto. Un qualcosa che è così
facile da misurare qui sulla Terra e che può
essere determinato accuratamente per le
stelle vicine, diventa un enorme dilemma per
gli oggetti più distanti. Alle scale più ampie,
quelle che per essere studiate richiedono la
conoscenza della geometria dell’universo
stesso, l’impossibilità di misurare con preci-
sione le distanze diventa un problema serio.
La distanza delle stelle vicine può essere mi-
surata con precisione usando la tecnica della
parallasse. Poiché la Terra si muove nella
sua orbita, la posizione in cielo di una stella
vicina cambia leggermente rispetto allo
sfondo delle stelle più distanti (è l’effetto
che notiamo per gli alberi quando viag-
giamo in auto o in treno: quelli a noi più vi-
cini sembrano muoversi più velocemente
rispetto a quelli più lontani). Conoscendo la
distanza Terra-Sole, ottenere la distanza
della stella è giusto una questione di trigo-
nometria. Ciò funziona per le stelle vicine,
ma oggetti più distanti richiedono metodi
meno diretti e meno accurati.
Per determinare (o forse è più corretto dire
“stimare”) la distanza di oggetti remoti
dobbiamo ricorrere ai cosiddetti “indicatori
di distanza”, ovvero a quegli oggetti di cui
possiamo determinare la luminosità intrin-
seca indipendentemente dalla luminosità
apparente. L’idea è semplice: se prendiamo
una lampadina da 60 Watt, la accendiamo e
la allontaniamo da noi, ci apparirà sempre più
debole; la quantità di luce che ci raggiunge,
in Watt per metro quadro, diminuisce al cre-
Per la prima volta c’è la
possibilità di misurare l’uni-
verso con buona precisione
fino a distanze remotissime.
Le nuove “candele stan-
dard” sono i quasar!
COSMOLOGIA
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