l'Astrofilo dicembre 2011 - page 19

STRUMENTI
ASTROFILO
l’
fascia di prezzo ha teoricamente
ben coscienza delle problematiche
termiche e di equilibrio termico di
uno strumento per alta risoluzione.
Con semplici programmini scaricabili
dal web si può evincere quanto ra-
pido sia il raggiungimento in tempe-
ratura del telescopio, ma ancora di
più come sia facile mantenere la dif-
ferenza tra il vetro e l’ambiente
esterno (il delta termico) sotto con-
trollo. Il secondario (si veda foto alla
pagina seguente) è di dimensioni
adeguate, non tanto per la mania
tutta amatoriale di ricercare ostru-
zioni infinitesime, quanto per man-
tenere i rapporti meccanici, le
distanze di primario e secondario e il
back focus perfettamente in armo-
nia tra di loro (è inutile possedere
uno strumento ostruito al 20% per
rendere poi il medesimo difficil-
mente utilizzabile con una congerie
di raccordi, sistemi di ripresa o di os-
servazione visuale). Il secondario ha
un fattore di moltiplicazione di 5x, il
che significa che moltiplica per 5 la
focale del primario. Un valore abba-
stanza elevato e che raramente
viene applicato da altri costruttori.
Quel fattore implica la necessità di
lavorare molto bene le superfici
ottiche e di utilizzare parti meccani-
che molto precise; se questi elementi
possono sembrare un costo super-
fluo così non è. Innanzitutto si ha la
garanzia che la costruzione ottica ha
dei parametri severi che obbligano il
costruttore a fare molta attenzione
prima di certificare il tubo ottico; in
secondo luogo, si ha che
l’effetto leva e il peso
sono estremamente con-
tenuti, a tutto vantaggio
delle montature amato-
riali. Il risultato di questa
attenzione costruttiva è
riassunto in questa imma-
gine di Saturno, fatta con
lo strumento qui presen-
tato, posizionato su una
montatura Celestron
CGEM; il seeing non era dei migliori.
Le ottiche sono realizzate da un co-
struttore inglese, Oldham Optical,
rappresentato in Italia da NortheK.
L’ottica è a diffrazione limitata e
questo permette al sistema di lavo-
rare al massimo consentito dal dia-
metro. Per gli amanti dei numeri,
ogni singolo specchio è accompa-
gnato da un certificato ottico rila-
sciato dal costruttore (tipicamente
PtoV 1/10, RMS 1/30, Strehl 0,96 -550
nm-; questi parametri sono ottenuti
in autocollimazione con il metodo
Double Pass Null). Per chi vuole ulte-
riori migliorie dal punto di vista ot-
tico, il vetro può essere sostituito
con Supremax 33 di Schott (il nuovo
Pyrex) o il più performante in asso-
luto Clearceram-Z di Ohara, un vetro
ceramico a dilatazione praticamente
nulla (ma di costo pari a circa 9 volte
il Supremax 33). Sono queste, ovvia-
mente, finezze riservate ad utenti
che non accettano compromessi.
L’ottica viene alloggiata in una cella
modulare che il costruttore applica a
tutti i telescopi di questo diametro.
Il suo nome commerciale è Stabilo-
bloK 25. È realizzata da lamierati in
lega di alluminio, spianati (nessun
telescopio serio usa lamierati non
spianati, basta visitare i costruttori
più qualificati, anche di strumenti
molto grandi), lavorati con normali
macchine a controllo. Il progetto è
stato rivisto diverse volte e oggi
viene montata quella che si può de-
finire la versione definitiva (retrofit-
tata in tutti i telescopi prodotti): 6
pads laterali di supporto e centrag-
gio, in sistema anti mirror
flop centrale, 18 punti
flottanti montati su cusci-
netti in acciaio e bronzo
sinterizzato, maschera pe-
rimetrale sul vetro prima-
rio. Molta attenzione si è
posta sul fatto che si la-
vora con vetri sottili,
quindi le deformazioni in-
dotte dalla meccanica
possono essere dietro
l’angolo e molto delete-
rie. Per tale ragione si è
scelto il sistema flottante
a 18 punti (ritenuto da al-
cuni eccessivo, ma all’atto
pratico ha eliminato ogni
deformazione non prevista sul disco
di vetro), montato e realizzato con
buona precisione. A questi livelli ba-
stano infatti lievi scostamenti dal
calcolo eseguito al simulatore per
avere risultati non ottimali, tanto
che nella cella viene “rodato” in fab-
brica il sistema degli snodi (foto qui
sopra) e poi se ne misurano le forze
di reazione che devono essere am-
piamente dentro le tolleranze pro-
gettuali. Un dettaglio estremamente
importante è l’innovativo sistema di
collimazione del primario, realizzato
con un sistema che utilizza microme-
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