ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
T
erza fase del
programma
della Deep Space
Industries: en-
trano in azione le
astronavi Harve-
stor, che si ag-
grappano agli
asteroidi ed
estraggono i mi-
nerali dal sotto-
suolo. [DSI &
Bryan Versteeg]
Stando ai programmi ufficiali, la Deep Space
Industries sta progettando una piccola flotta
di navicelle, chiamate Firefly, che a partire dal
2015 perlustreranno alcuni asteroidi per va-
lutare il tipo e la quantità di elementi volatili
“facilmente” prelevabili. Contemporanea-
mente saranno stimate le quantità di metalli
utili alla costruzione di strutture varie in or-
bita terrestre. Sempre secondo i piani della
Deep Space Industries, una volta stabilito che
cosa si può prelevare, in che misura e dove,
entrerà in azione una seconda tipologia di
navicelle, le Dragonfly, che verso il 2020 sa-
ranno in grado di prelevare i primi consi-
stenti campioni di terreno asteroidale e
anche piccolissimi asteroidi completi, da uti-
lizzare per le prove generali di estrazione.
Successivamente avrà inizio la fase di sfrutta-
mento mineraria intensiva, tramite le astro-
navi Harvestor, vere e proprie piattaforme
spaziali in grado di manipolare interi aste-
roidi, estraendo e prelavorando gas e metalli.
Fantascienza? Niente affatto. Forse le sca-
denze che la Deep Space Industries si è
imposta sono un po’ ottimistiche, ma da
quando la NASA (causa tagli al bilancio) ha
fatto un passo indietro, lasciando campo li-
bero alle iniziative private in fatto di turismo
spaziale, servizio navetta e, appunto, sfrut-
tamento degli asteroidi, si sono moltiplicati
i progetti astronautici di compagnie non go-
vernative che possono contare su capitali
spaventosi, oltre che sull’appoggio esterno
della stessa NASA. Lo spirito competitivo ti-
picamente statunitense (tutte le iniziative
private sono made in USA) e la concorrenza
commerciale faranno il resto.
Da non dimenticare a questo proposito che
l’anno scorso una compagnia privata, la Spa-
ceX, ha effettuato con successo un riforni-
mento alla stazione spaziale internazionale,
quindi la tecnologia per raggiungere gli
asteroidi vicini è già ampiamente nella di-
sponibilità degli enti non governativi.
Quella di utilizzare gli asteroidi come mi-
niere “a cielo aperto” è un’idea che risale
addirittura alla fine dell’Ottocento, quando
in un romanzo fantascientifico, “Edison's
Conquest of Mars” (1898), di Garrett Put-
man Serviss, si fa cenno proprio a quella
possibilità. Del resto, da lungo tempo sap-
piamo che gli asteroidi sono ricchi di mine-
rali dai quali si può estrarre un po’ di tutto,
e attraverso opportune strutture la raffina-
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