l'Astrofilo febbraio 2014 - page 26

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
team di ricercatori, solo 7 mostrano anticipi
e ritardi nei transiti compatibili con la pre-
senza di lune relativamente massicce.
Come non di rado avviene in astronomia,
capita che cercando una cosa se ne trovi
un'altra non cercata, la chiamano serendi-
pità, e anche il progetto HEK l'ha sperimen-
tata allorquando i suoi promotori hanno
analizzato i dati riguardanti KOI-314, una
debole nana rossa situata a circa 200 anni
luce dalla Terra. La fotometria di quella
stella mostra chiaramente le tracce di due
pianeti in transito, il più interno dei quali,
denominato KOI-314b orbita attorno alla
stella in 13 giorni e ha dimensioni un poco
superiori a quelle della Terra (ricordiamo
che il diametro viene stimato dalla percen-
tuale di disco stellare occultato, nota la sua
luminosità per unità di superficie). Il pianeta
più esterno, KOI-314c, che descrive un'orbita
in 23 giorni, mostra dimensioni ancor più si-
mili a quelle terrestri (è quello con un dia-
metro di circa 20400 km). Ma per stabilire
effettivamente quanto l'uno o l'altro pos-
sano offrire condizioni ambientali a noi fa-
miliari era necessario calcolarne la massa.
Cercando le loro lune anche attorno ai due
pianeti di KOI-314, Kipping e colleghi hanno
applicato ai loro moti la tecnica delle “va-
riazioni temporali dei transiti” (TTV), tro-
vando degli scarti che però non erano com-
patibili con la presenza di lune, bensì con
una serie di reciproche perturbazioni gravi-
tazionali fra i pianeti, che si ripetevano
quasi periodicamente e che potevano essere
riconducibile al quasi risonante rapporto di
5 a 3 che lega i due periodi orbitali.
Questa peculiarità, unita al fatto che i pe-
riodi orbitali molto brevi, come appunto
quelli di KOI-314b e KOI-314c, permettono
di accumulare su periodi di anni grandi
quantità di dati e di raggiungere un'elevata
precisione di calcolo, ha consentito di deter-
minare con esattezza quanto i due pianeti
si strattonano, procurandosi reciprocamente
anticipi e ritardi rispetto alle posizioni che
ell’animazio-
ne qui sopra
è rappresentata
la posizione del
telescopio spazia-
le Kepler rispetto
alla Terra e le di-
verse posizioni
che esso assume
durante l’anno
per mantere i
pannelli solari ri-
volti nella giusta
direzione. A sini-
stra, la Terra a
confronto con un
mini-Nettuno, la
tipologia di pia-
neti che recenti
lavori dimostrano
essere la più dif-
fusa nel vasto
campione di stelle
monitorato da
Kepler. [NASA
Kepler Mission/
Dana Berry]
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