l'Astrofilo febbraio 2014 - page 24

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PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
risultata praticamente identica a quella del
nostro pianeta. Siamo pertanto di fronte a
quello che ad oggi è per dimensioni e massa
il pianeta extrasolare più simile alla Terra.
Ma non è questa la cosa più interessante, lo
sono piuttosto le circostanze del calcolo
della massa. Vediamo perché. Da qualche
anno un piccolo team di astronomi compo-
sto da David M. Kipping, Joel Hartman, Lars
A. Buchhave, Allan R. Schmitt, Gáspár Á.
Bakos e David Nesvorny porta avanti un pro-
getto molto particolare, denominato “Hunt
for Exomoons with Kepler”. Si tratta della
prima survey sistematica volta alla ricerca di
lune attorno a pianeti extrasolari e viene
condotta attingendo dal database di Kepler.
L'idea è interessante perché se un pianeta
transita sul disco di una stella ed è circon-
dato da una o più lune di massa proporzio-
nalmente rilevante, le caratteristiche del
transito dovrebbero in qualche modo recare
traccia di quella presenza. Ma come? Biso-
gna ovviamente scordarsi di vedere una
coppia stretta di puntini neri sul disco stel-
lare, dal momento che quest'ultimo non ha
dimensioni apprezzabili al fuoco di Kepler.
E nemmeno si può pensare che pianeta e
luna siano abbastanza separati da generare
due distinti tracciati fotometrici. C'è però
una soluzione, per quanto complicata, ed è
quella di misurare eventuali variazioni nei
tempi di transito del pianeta. Questa meto-
dologia è entrata in uso un po' in sordina
attorno al 2000, ma solo di recente, grazie
K
OI-314b e c in
transito sul di-
sco stellare. Que-
sta rappresenta-
zione è puramen-
te indicativa (i pia-
neti sono sovradi-
mensionati). Nel ri-
quadro, un’anima-
zione che mostra
Kepler puntare di-
verse stelle. La ri-
levazione dei pia-
neti può avvenire
solo se transitano
sul disco stellare.
[NASA/Kepler mis-
sion/Dana Berry]
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