NANE BRUNE
ASTROFILO
l’
Nel caso specifico di Luhman 16A e Luhman
16B, i due spettri sono risultati simili, seb-
bene le righe di assorbimento appaiano più
ampie nella componente B, quella meno lu-
minosa e meno calda delle due. Dall'entità
dello spostamento di quelle righe nei due
emisferi est-ovest è stato possibile determi-
nare le velocità rotazionali dei due oggetti,
risultate di 17,6 km/s per Luhman 16A e di
26,1 km/s per Luhman 16B. La velocità di ro-
tazione non dice praticamente nulla del pe-
riodo di rotazione, per determinare il quale
(in mancanza di altro) è indispensabile in-
dividuare e seguire almeno una struttura
atmosferica macroscopica, capace di ma-
nife- starsi attraverso una variazione della
luminosità globale, compatibile col sorgere,
transitare e tramontare della struttura
stessa rispetto all'osservatore. Mentre Luh-
man 16A non ha finora mostrato alcuna va-
riabilità alla portata degli strumenti attuali,
Luhman 16B ha invece esibito variazioni
nella radiazione termica (luce infrarossa) re-
lativamente intense e consistenti con un pe-
riodo rotazionale di 4,9 ore. Motivo per cui
il team di Crossfield ha deciso di seguire
quella nana per 5 ore ininterrottamente.
Oltre a confermare il periodo già indivi-
duato, l'analisi della luce di Luhman 16B ha
fornito altre interessanti informazioni. Una
è connessa alla velocità di rotazione, che
abbinata al periodo e interpretata con spe-
L
a risoluzione
necessaria a
separare le due
componenti di
Luhman 16AB è
stata raggiunta
con gli strumenti
del Gemini Ob-
servatory, che
hanno prodotto
l’immagine riqua-
drata, qui virtual-
mente estratta da
una meno detta-
gliata fatta con il
Wide-field Infra-
red Survey Explo-
rer. [NASA/JPL
Caltech/Gemini
Observatory/
AURA/ NSF]