l'Astrofilo marzo 2012 - page 22

permette di esporre favorevolmente al Sole
i suoi pannelli solari e quindi di accumulare
energia sufficiente a continuare la propria
attività, seppur senza gironzolare, fino alla
fine dell’inverno in corso.
Nei quattro inverni precedenti non era stato
necessario adottare quella strategia, perché
il minore deposito di polvere sui pannelli e
le basse latitudini alle quali opera il rover
avevano consentito di accumulare l’energia
necessaria a far muovere, anche nella sta-
gione più fredda, le sei ruote di cui è dotato.
Opportunity resterà “aggrappato” a Gree-
ley Haven almeno fino alla metà del 2012
e sfrutterà la sua posizione stazionaria per
effettuare alcune importanti ricerche, non
solo geologiche. Una di queste riguarderà
il tracciamento dei segnali radio prove-
nienti dal rover, al fine di misurare even-
tuali oscillazioni nella rotazione di Marte.
Non è infatti ancora chiaro se il pianeta sia
dotato di un nucleo allo stato fluido e se sì
quale sia il suo livello di viscosità; due inco-
gnite che potranno trovare una risposta
dall’analisi dei tempi di arrivo dei segnali
di Opportunity.
MARZO 2012
ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
niente o dal dilavamento di rocce vulcani-
che, oppure da solfuri gassosi rilasciati du-
rante un'eruzione. La fanghiglia risultante
deve aver finito col riempire una crepa sot-
terranea solidificandosi e trasformandosi
nel gesso che oggi possiamo osservare e ana-
lizzare. Già in passato Opportunity aveva
evidenziato composti chimici associabili al-
l'azione dell'acqua, ma sempre in ambienti
acidi, mentre nel caso di Homestake le con-
dizioni ambientali che hanno portato alla
sua formazione erano più neutre e quindi
più adatte ad eventuali forme di vita batte-
rica. Secondo Steve Squyres, della Cornell
University (Ithaca, N.Y.), principal investiga-
tor della missione di Opportunity, “Home-
stake è la più chiara evidenza di acqua
liquida su Marte che abbiamo trovato nei
nostri otto anni sul pianeta”.
La missione di Opportunity nel segmento
Cape York è recentemente proseguita con lo
studio di un affioramento roccioso denomi-
nato “Greeley Haven”, sul quale il rover sta
affrontando il suo quinto inverno marziano
(che dura il doppio di un inverno terrestre),
sfruttando una pendenza del rilievo che gli
I
n basso vediamo
lo stesso pano-
rama delle pagine
precedenti, ma
elaborato in falsi
colori per eviden-
ziare la presenza
di diversi mate-
riali presenti in
superficie. [NASA/
JPL/Caltech/Cor-
nell/Arizona State
University]
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