ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
Q
uesta vena-
tura di gesso,
denominata Ho-
mestake, è la
traccia più evi-
dente finora sco-
perta di una
remota presenza
di acqua sul pia-
neta rosso.
[NASA/JPL-Cal-
tech/Cornell/ASU]
Un secondo esperimento che viene portato
avanti dalla postazione di Greeley Haven è
l’analisi spettrometrica degli elementi che co-
stituiscono quell’affioramento roccioso. Per
fa ciò Opportunity sottopone la roccia a un
flusso di radiazioni provenienti da una riserva
di cobalto-57 alloggiato nel suo laboratorio,
e identifica i minerali contenenti ferro dalla
risposta che le molecole della roccia danno a
seguito della sollecitazione radioattiva. Pur-
troppo, il cobalto-57 ha un tempo di dimez-
zamento di circa 9 mesi e il flusso di raggi X
è quindi calato notevolmente rispetto all’ini-
zio della missione. Ciò implica che per otte-
nere una misurazione oggi Opportunity deve
tener puntato lo spettrometro sullo stesso
target per settimane, quando nei primi tre
mesi di missione una sola ora era più che suf-
ficiente. Fine ultimo di questo tipo di misura-
zioni è quello di valutare come l’azione del
vento marziano possa variare attraverso il
deposito di sabbia l’abbondanza di diversi
minerali presso Greeley Haven.
Un’altra campagna di osservazioni legata ai
venti marziani riguarda il monitoraggio della
forma e della posizione delle dune di sabbia:
essendo attualmente l’azione del vento il
processo più rilevante alla superficie di
Marte, è prevalentemente quello che può
cambiare il paesaggio, ma è difficile accor-
gersi dei cambiamenti da esso apportati se
vengono riprese immagini da una postazione
che si muove ogni giorno. Ora che invece Op-
portunity è fermo in attesa della primavera
marziana, anche questo tipo di ricerca potrà
dare risultati interessanti.
Quando su Greeley Haven l’inverno termi-
nerà, i tecnici della NASA guideranno il rover
verso alcuni minerali ricchi di argilla che un
orbiter ha individuato proprio sul bordo
dell’Endeavour Crater. L’epica missione di
Opportunity continua…
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