STRUMENTI
ASTROFILO
l’
quadrata o poligonale, purché di
adeguato spessore; la flangia supe-
riore, sulla quale dovrà essere instal-
lata la montatura, è bene che sia
circolare, in modo da non ostacolare
i movimenti dell’asse di declinazione
(nel caso di montatura alla tedesca)
e da rendere più facile la sua lavora-
zione al tornio o la sua modifica,
qualora ciò si rendesse necessario in
un secondo tempo. È bene che la co-
lonna possa essere riempita dopo
l’ancoraggio al suolo con inerti, allo
scopo di appesantirla ed aumentare
lo smorzamento delle vibrazioni re-
cepite dal pavimento. L’altezza della
colonna dovrà consentire una osser-
vazione abbastanza comoda sia per
astri posti allo zenit sia per oggetti
più bassi sull’orizzonte; l’altezza di
un metro è considerata adeguata
per la maggior parte dei telescopi a
focale posteriore con tubo ottico
fino ad un metro di lunghezza. Nel
caso di strumenti Newton la colonna
sarà ovviamente più bassa, mentre
nel caso di rifrattori a lunga focale
dovrà essere di altezza maggiore. E
n
non ci si dimentichi di tener conto
delle dimensioni della cupola nel di-
mensionamento della colonna.
3) Livellamento
. Nel caso di monta-
ture altazimutali il livellamento
esatto della colonna è assolutamente
indispensabile, pena l’impossibilità di
realizzare un preciso puntamento e
inseguimento degli astri. Nel caso in-
vece di una montatura equatoriale,
un difetto di livellamento può ren-
dere difficoltoso l’allineamento
dell’asse di ascensione retta, qualora
non dotato di cannocchiale polare, e
inoltre genera un’asimmetria di ca-
rico sulla base della montatura. Il li-
vellamento grossolano di una
colonna può essere effettuato inse-
rendo sui perni di fissaggio al suolo
delle rondelle metalliche fra base e
pavimento, mentre la messa in bolla
definitiva dovrà essere eseguita
agendo su 3 o 4 perni collocati alla
estremità superiore della colonna. La
soluzione talora adottata di livellare
la colonna alla base utilizzando pia-
stra e contropiastra con 4 o 6 perni
filettati non è l’ideale, in quanto,
specialmente se la colonna è molto
pesante e la sezione dei perni non è
adeguata, ciò può ingenerare un ef-
fetto “pendolo rovesciato” o man-
dare in risonanza l’intera struttura se
sottoposta a vibrazioni di una data
frequenza.
4) Ancoraggio al suolo
.
Una colonna da postazione fissa, è
ovvio, dovrà essere ancorata solida-
mente al suolo. Le metodiche adot-
tabili sono sostanzialmente due:
l’utilizzo di tasselli ad espansione in
ferro zincato oppure l’impianto di
barre filettate cementate con anco-
rante chimico. La prima soluzione è
da preferirsi per praticità nel caso di
pavimento o soletta in cemento; la
seconda soluzione è invece indicata
nel caso lo strumento insista su di un
plinto di dimensioni poco superiori
alla base della colonna, in quanto in
questo caso l’utilizzo di tasselli ad
espansione potrebbe causare spacca-
ture nel plinto stesso.
5) Verniciatura
. Se la colonna non è
esposta direttamente alle intempe-
rie, consiglio la verniciatura a pol-
vere epossidica, realizzabile negli
appositi impianti, sempre preceduta
da sabbiatura. Se viceversa la co-
lonna deve essere lasciata all’esterno
senza protezione, è consigliabile
fare eseguire la zincatura a caldo
prima della verniciatura. In defini-
tiva, sia nel caso ci si voglia orientare
verso prodotti commerciali, sia che
si decida di procedere in proprio con
la costruzione, una colonna da po-
stazione fissa deve essere scelta (o
realizzata) e installata seguendo cri-
teri di razionalità costruttiva, solidità
e durata nel tempo, evitando solu-
zioni inadeguate che finirebbero per
fare del nostro telescopio il classico
gigante con i piedi d’argilla.
C
olonna da postazione fissa per tele-
scopio apocromatico 6’’ su monta-
tura equatoriale a sbalzo. Istallazione
su terrazzo ove non era possibile utiliz-
zare barre filettate di forte diametro.
La base, di diametro maggiorato, è
stata siliconata al pavimento e fissata
con tasselli ad espansione M10. Lo
strumento viene protetto con una
struttura amovibile su ruote.