MARTE
ASTROFILO
l’
U
n altro esem-
pio di super-
vulcano presente
su Marte, Oxus
Patera, qui pre-
sentato in falsi
colori per eviden-
ziarne i pendii
dei rilievi, che ri-
sultano composti
di materiali fria-
bili, tipici dei de-
positi di ceneri
vulcaniche. [ESA/
Mars Express/
Freie Universitat
Berlin]. Sotto, la
distribuzione del-
le maggiori re-
gioni vulcaniche
su Marte, in rela-
zione a terreni
friabili ed erosi, e
terreni stratificati
composti di sol-
fati e argille. La
regione indagata
da Michalski e
Bleacher è l’area
contrassegnata
dalla scritta “This
study”. [J. Mi-
chalski and J.
Bleacher]
n
più consistente di quella attuale. In tal
caso, considerando anche la maggiore di-
stanza dal Sole rispetto alla Terra, il piccolo
pianeta può essere rimasto decisamente ino-
spitale per un periodo complessivamente
più lungo di quello già ipotizzato, e quindi
potrebbero esserci stati maggiori impedi-
menti alla possibile comparsa della vita.
Non solo. Se le enormi depressioni di Ara-
bia Terra sono effettivamente ciò che resta
di un gruppo di supervulcani, ad essi po-
trebbe essere attribuita l'origine di vari de-
positi di rocce sedimentarie dall'aspetto
cinereo, sparse nell'adiacente regione equa-
toriale di Marte. Da decenni i geologi di-
scutono sul meccanismo che può aver ge-
nerato quei depositi, preferendo il più
delle volte vederli come strati formatisi sui
fondali di antichi laghi, quindi con
l'intervento dell'acqua. Una loro
origine legata all'attività dei su-
pervulcani ridurrebbe l'impatto
dell'acqua in quelle regioni, ri-
spetto a quanto era stato finora
ipotizzato. Ciò chiaramente non
esclude che l'acqua potesse co-
munque essere presente, anzi, le
indagini in loco dei rover lo con-
fermano, avendo individuato an-
che all'interno di quel tipo di
terreni dei minerali sicuramente
formatisi con la partecipazione
del prezioso liquido. Nel prossimo
futuro sarà interessante scoprire
quanti residui di supervulcani so-
no presenti su Marte e come la
loro presenza può aver condizio-
nato l'ambiente marziano.