NOVEMBRE 2013
MARTE
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ASTROFILO
l’
La reinterpretazione di alcune strutture superficiali di
Marte getta nuova luce sull'evoluzione geologica
e climatica del pianeta. Una serie di gigan-
tesche eruzioni vulcaniche potrebbe
aver reso i primi miliardi di anni
della sua esistenza meno fa-
vorevoli del previsto alla
comparsa della vita.
I supervulca
C
he i più grandi vulcani inattivi del si-
stema solare siano ospitati da Marte
non è una novità. A dispetto delle sue
relativamente piccole dimensioni, quel pia-
neta vanta vette che raggiungono altezze
pari al triplo di quelle del nostro Everest e che
arrivano ad avere ampiezze alla base grandi
quanto l'Italia. L'esemplare più noto è il
Mons Olympus, individuato dagli astronomi
già nell'800 sotto forma di struttura dalla pe-
culiare albedo. Se quei vulcani ci sembrano
già enormi, sono in realtà modesti se para-
gonati ai rappresentanti della nuova classe di
supervulcani presentata all’inizio di ottobre
da Jo-
seph Michal-
ski (Planetary Science
Institute, Tucson; Natural History Museum,
UK) e Jacob Bleacher (NASA Goddard).
I due ricercatori hanno riesaminato immagini
satellitari e dati collezionati da varie sonde
che hanno orbitato attorno a Marte negli ul-
timi 15 anni, trovando che alcune strutture
in passato considerate ampi crateri da im-
patto, pesantemente erosi da agenti geolo-
gici e atmosferici (oltre che da successivi