Astrofilo ottobre 2013 - page 19

ASTROBIOLOGIA
polazioni di altri pianeti. Inver-
tendo le parti, la totale assenza
di segnali intelligenti prove-
nienti dallo spazio (per come noi
li intendiamo) potrebbe quindi
anche indicare che le civiltà tec-
nologiche non durano il tempo
sufficiente per rendersi visibili a
civiltà aliene, il che rappresente-
rebbe un campanello d'allarme
per l'umanità.
Da qualunque parte lo si guardi,
il paradosso di Fermi ci prospetta
una realtà scomoda. A renderla
ancor più scomoda giunge ora
un articolo del bimestrale
Acta
Astronautica
, firmato da Stuart
Armstrong e Anders Sandberg, ri-
cercatori presso il Future of Hu-
manity Institute (Università di
Oxford). L'FHI è un istituto di ri-
cerca multidisciplinare che si pone l'obiet-
tivo di intuire come l'umanità evolverà nei
secoli e nei millenni, e fin dove potrà spin-
gersi nel cosmo, ipotizzando l'uso di tecno-
I
l celebre mes-
saggio in codice
binario inviato
nel 1974 con il ra-
diotelescopio di
Arecibo verso
l’ammasso globu-
lare M13. Fu
quello il primo e
unico tentativo
mirato di infor-
mare della nostra
esistenza even-
tuali civiltà aliene.
A destra, un e-
sponente di rilie-
vo del program-
ma SETI, Richard
Factor, posa da-
vanti all’illumina-
tore della gigan-
tesca parabola di
Arecibo. Nono-
stante la sua qua-
si quarantennale
attività, il pro-
getto SETI non ha
captato alcun
messaggio di tipo
intelligente, raf-
forzando l’inter-
rogativo posto da
Fermi: “Dove
sono tutti?”.
mente potenti o comprensibili, oppure non
hanno intenzione di comunicare. O più sem-
plicemente, le civiltà che raggiungono o su-
perano il nostro livello non sopravvivono
abbastanza a lungo da rendersi visibili
oltre un piccolo raggio attorno al pia-
neta che abitano. Noi terrestri, unico
esempio disponibile, abbiamo iniziato
le trasmissioni radio poco più di un se-
colo fa e quindi la nostra presenza è,
ipoteticamente, rilevabile fino a un
centinaio di anni luce di distanza (in
realtà la gran parte dei segnali emessi
si perde per strada o diventa illeggi-
bile ben prima di raggiungere quella
distanza). Se quindi non c'è una ferma
volontà di comunicare e non si hanno
i giusti mezzi non c'è verso di farsi no-
tare. Si prenda ad esempio il messag-
gio “una tantum” inviato dagli astro-
nomi con il radiotelescopio di Arecibo
nel '74 verso l'ammasso M13 in Ercole:
per avere qualche speranza di essere
captati bisognerebbe inviarne in con-
tinuazione di simili verso tutte le parti
del cielo, ma una simile campagna di
comunicazione si scontra con una
serie di problematiche che potrebbero
non essere risolte prima della nostra
eventuale estinzione, il che ci farebbe
passare inosservati agli occhi delle po-
1...,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18 20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,...48
Powered by FlippingBook