Astrofilo ottobre 2013 - page 20

ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
N
el loro recen-
te lavoro, i
ricercatori Arm-
strong e Sand-
berg parlano del-
la possibilità di
realizzare navi-
celle spaziali au-
toreplicanti, un’i-
dea che il genere
fantascientifico
aveva già fatto
sua. L’esempio
più celebre è
V’ger, il protago-
nista tecnologico
del primo film di
Star Trek, una
sonda aliena in-
telligente che
dopo un lungo
viaggio nel
cosmo, dove
aveva enorme-
mente potenziato
la propria strut-
tura, giunge in
prossimità della
Terra per cercare
il proprio crea-
tore. Altro non
era che la terre-
stre Voyager 6.
il futuribile ed è meglio soprassedere. Del
resto non occorre aggiungere molto altro,
poiché il punto cardine è già stato toccato:
qualunque sia il mezzo che diffonde il mes-
saggio nel cosmo e qualunque forma abbia
quel messaggio, è solo questione di tempo
prima che il messaggio si manifesti a una ci-
viltà diversa da quella che l'ha inviato. Dal
momento che, in teoria, le navicelle auto-
replicanti possono continuare ad assolvere
al loro compito per un tempo illimitato
dopo l'eventuale scomparsa della civiltà che
le ha create, se questa è apparsa nel gio-
vane universo le sue macchine si sono mol-
tiplicate per miliardi di anni, raggiungendo
in quantità un gran numero di galassie di-
verse. Il non aver finora noi ricevuto alcun
segnale riconoscibile da alcuna macchina
non terrestre, altro non fa che rafforzare il
paradosso di Fermi e quindi accentuare la
nostra solitudine.
Tutte le argomentazioni portate da Arm-
strong e Sandberg, così come quelle portate
da chiunque affronti questi argomenti, sono
inevitabilmente condizionate dalla visione
strettamente antropica che abbiamo dell'uni-
verso. Immaginare però cose totalmente di-
verse da quelle verso cui siamo spinti dal-
l'esperienza umana non avrebbe dalla sua
nemmeno quell'unico esempio reale.
logie derivanti da ciò che oggi è già realtà,
o che è in fase di sperimentazione o sola-
mente a un livello teorico. In particolare,
Armstrong e Sandberg hanno focalizzato
l'attenzione sulle possibilità che potrà avere
l'umanità di colonizzare altre galassie (sic
erat scriptum!), oltrepassando quindi i con-
fini classici considerati sia da Drake sia da
Fermi. I due ricercatori dell'FHI fanno affi-
damento, nella loro futuristica visione, sullo
sviluppo dell'intelligenza artificiale e sulle
capacità di autoreplicazione delle mac-
chine, in particolare delle navicelle spaziali.
È chiaro che siamo ai limiti della fanta-
scienza, ma nei secoli scorsi lo era anche an-
dare sulla Luna, eppure...
Sonde estremamente veloci (frazioni signi-
ficative della velocità della luce), in grado
di raccogliere nello spazio il materiale ne-
cessario a costruire proprie repliche strada
facendo, aumenterebbero esponenzialmen-
te di numero in tempi relativamente brevi,
e muovendosi in qualunque direzione op-
posta prima a quella della Terra e poi a
quella della Galassia potrebbero diffondere
indefinitamente il messaggio dell'esistenza
dell'umanità. Armstrong e Sandberg pren-
dono in considerazione anche la possibilità
di astronavi con equipaggi destinati a colo-
nizzare altre galassie, ma qui si va ben oltre
n
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