l'Astrofilo aprile 2012 - page 38

EVOLUZIONE STELLARE
ASTROFILO
l’
Finora, appunto, perché un lavoro appena
uscito su
The Astrophysical Journal
(il 20 mar-
zo), a firma di Manuel Linares (Massachusetts
Institute of Technology) e altri ricercatori, di-
mostra che esiste almeno un caso che si avvi-
cina allo scenario di cui sopra. Si tratta di una
stella di neutroni appartenente all’ammasso
globulare Terzan 5, collocato non lontano dal
centro galattico, a 25mila anni luce di distanza
dalla Terra. Catalogata come IGR J17480-2446,
ma denominata per semplicità T5X2 (X2 per-
ché è la seconda sorgente X scoperta in Terzan
5), era stata registrata il 10 ottobre 2010 dal
satellite INTEGRAL (INTErnational Gamma-
Ray Astrophysics Laboratory) come segnale
transitorio, e osservata tre giorni dopo anche
dal satellite RXTE (Rossi X-ray Timing Explo-
rer), che scopriva nella sorgente il tipico se-
gnale pulsato che fa di una stella di neutroni
una pulsar. Dalla frequenza degli impulsi è
stato semplice risalire al periodo di rotazione,
risultato pari a 11 giri al secondo, valore piut-
tosto modesto per quella categoria di stelle.
T5X2 appartiene a un sistema binario, dove la
compagna è di tipo solare. Grazie a regolari
variazioni nella frequenza degli impulsi regi-
strati, si è potuto risalire al periodo di rivolu-
zione dei due astri attorno al comune
baricentro, 21 ore, corrispondenti a una reci-
proca distanza di pochi milioni di km, quanto
basta per consentire il trasferimento di mate-
ria verso la pulsar. Ma i segnali raccolti da
RXTE non erano che l’inizio, perché in oltre un
mese di osservazioni ha registrato qualcosa
come 400 impennate della radiazione X. Esa-
minando le curve di luce di tali eventi, Linares
e colleghi hanno potuto accertare che nei pe-
riodi di massima luminosità i fenomeni esplo-
sivi che li generavano erano più ricorrenti ma
più uniformi. Il contrario avveniva invece nei
periodi di minore luminosità, che mostravano
picchi molto vistosi. Secondo Linares, un con-
sistente e costante fluire di idrogeno ed elio
dalla stella normale innescherebbe continue
reazioni termonucleari sulla pulsar e spieghe-
rebbe il primo comportamento; al contrario,
in periodi di “magra” il poco combustibile in
arrivo brucerebbe solo al raggiungimento di
determinate quantità, pressioni e tempera-
ture, generando eventi più rari ma più vio-
lenti. T5X2 si è mostrata dunque in linea con
i vari scenari previsti dai modelli matematici.
Resta da capire perché solo questa pulsar si
sia finora comportata così. La risposta po-
trebbe nascondersi nell’insolitamente lento
periodo di rotazione.
n
Q
uesto grafico
riassume effi-
cacemente quanto
spiegato nel testo:
quando il flusso di
raggi X è modesto
e quindi la sor-
gente non appare
particolarmente
luminosa, gli even-
ti esplovisi sono
pochi ma molto
energetici. Via via
che la luminosità
aumenta, le rea-
zioni termonucle-
ari divengono ri-
correnti, cosa che
evita quell’ecces-
sivo accumularsi di
idrogeno ed elio
che provoca i mas-
simi picchi di emis-
sione. La netta ca-
duta di luce nella
curva del 13 otto-
bre è stata dovuta
al passaggio della
Luna davanti a
T5X2.[NASA/GFSC]
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