ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
tanto che le nane
rosse hanno fatto
la parte del leone
in diverse campa-
gne osservative,
tra le quali la più
importante è sta-
ta quella condotta
con il telescopio
spaziale Kepler, il
quale ha prodotto
alcuni candidati
pianeti abitabili le-
gati proprio a na-
ne rosse. Il fatto
che quelle piccole
stelle siano caratterizzate da un'intensa at-
tività magnetica superficiale, soprattutto
nella loro gioventù, non sembrava scorag-
giare più di tanto i ricercatori: per quanto
esuberanti fossero, il loro elevatissimo nu-
mero lasciava comunque ben sperare in tan-
tissimi casi con condizioni favorevoli.
Si consideri che circa l'80% di tutte le stelle
esistenti sono nane rosse e si stima che il 40%
di esse potrebbe ospitare almeno un pianeta
di taglia terrestre nella zona abitabile.
Da zona abitabile a pianeta abitabile il passo
sembrerebbe breve, ma a quanto pare non
è così e un chiaro sentore di ciò si è avuto già
lo scorso giugno, con l'uscita su
The Astro-
physical Journal
di un articolo a firma di O.
Cohen et al. (CfA), nel quale si dimostrava
che i venti stellari e i flussi di radiazioni ad
alta energia che investono i pianeti posti
nella zona abitabile delle nane rosse sono
sufficienti a strappare via le loro atmosfere.
Il team di Cohen è giunto a quelle conclusio-
L
o schema a
fianco mostra
le dimensioni delle
zone abitabili (in
verde) di stelle più
grandi, calde e
brillanti del Sole
(alto), di stelle
come il Sole (cen-
tro) e di stelle più
piccole e fredde
(basso). Tra queste
ultime rientrano le
nane rosse, la cui
zona abitabile può
essere anche più
ridotta di quanto
qui mostrato.
Nell’illustrazione
in basso vediamo
come la poderosa
attività superfi-
ciale di una nana
rossa sia in grado
di provocare la
dispersione del-
l’atmosfera di un
vicino pianeta.
[NASA]