CORPI MINORI
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          lare forma di Toutatis, che si presenta come
        
        
          una gigantesca arachide lunga 4,5 km e
        
        
          larga fino a 2,4 km. Dei due lobi dell’”ara-
        
        
          chide”, quello più piccolo manifesta una
        
        
          densità media superiore (del 15%-20%) a
        
        
          quella del lobo maggiore, la qual cosa la-
        
        
          scia sospettare che si tratti di due diversi
        
        
          asteroidi un tempo separati e successiva-
        
        
          mente saldatisi in un unico corpo per auto-
        
        
          gravitazione, probabilmente a seguito di
        
        
          un impatto a bassa velocità; i frammenti
        
        
          minori e la regolite prodottasi in epoche
        
        
          successive avrebbero definitivamente na-
        
        
          scosto la dualità dell’oggetto.
        
        
          La superficie dell’asteroide ha rivelato con
        
        
          sufficiente chiarezza strutture solo accen-
        
        
          nate in osservazioni precedenti, come ri-
        
        
          lievi collinari e crateri, ma anche punti
        
        
          brillanti sparpagliati qua e là, assai mute-
        
        
          voli al minimo variare delle condizioni di il-
        
        
          luminazione, interpretati dai ricercatori
        
        
          come massi liberamente rotolati sulla su-
        
        
          perficie a seguito di impatti meteoritici.
        
        
          La corposa sequenza di immagini raccolte
        
        
          con la parabola di Goldstone ha permesso
        
        
          di realizzare un’animazione che evidenzia
        
        
          parte della rotazione dell’asteroide, noto-
        
        
          riamente caotica. A differenza della stra-
        
        
          grande maggioranza degli altri corpi del
        
        
          sistema solare, l’asse di rotazione di Touta-
        
        
          tis è infatti caratterizzato da una preces-
        
        
          sione molto accentuata, che introduce
        
        
          vistose oscillazioni sul puntamento del-
        
        
          l’asse stesso. A fronte di una rotazione che
        
        
          si compie in 5,38 giorni, la precessione com-
        
        
          pleta un ciclo in appena 7,38 giorni (contro
        
        
          i quasi 26 000 anni della Terra), dando la
        
        
          sensazione che l’asteroide ruzzoli in modo
        
        
          scomposto lungo la sua orbita attorno al
        
        
          Sole (un po’ come un ovale da football
        
        
          americano lanciato malamente). All’origine
        
        
          di tale comportamento c’è sicuramente
        
        
          l’evoluzione collisionale attraversata da
        
        
          Toutatis, che ha prodotto l’attuale asimme-
        
        
          tria strutturale, ma possono essere interve-
        
        
          nuti anche altri fattori in grado di
        
        
          rallentare gradualmente il periodo di rota-
        
        
          zione, effettivamente molto lento per un
        
        
          oggetto così pic-
        
        
          colo. Uno di quei
        
        
          fattori può essere
        
        
          ad esempio l’ef-
        
        
          fetto YORP (da
        
        
          Yarkovsky-O'Kee-
        
        
          fe -Radz i ev sk i i -
        
        
          Paddack), che pro-
        
        
          voca un rallenta-
        
        
          mento della rota-
        
        
          zione a seguito
        
        
          dell’irraggiamen-
        
        
          to nell’emisfero in
        
        
          ombra del calore
        
        
          accumulato duran-
        
        
          te l’esposizione ai
        
        
          raggi solari.
        
        
          Tutte le osserva-
        
        
          zioni condotte su Toutatis hanno trovato ri-
        
        
          scontro in un approccio ancor più spetta-
        
        
          colare messo in campo dall’agenzia spa-
        
        
          ziale cinese, la China National Space Admi-
        
        
          nistration, che è riuscita un po’ a sorpresa
        
        
          a far giungere nei pressi dell’asteroide la
        
        
          sonda Chang’e-2. Quella navicella era stata
        
        
          lanciata verso la Luna nel 2010, all’inizio di
        
        
          ottobre, e rappresentava la seconda di tre
        
        
          tappe di un programma che ha come obiet-
        
        
          tivo finale lo sbarco di un rover sulla super-
        
        
          ficie lunare. Il compito della Chang’e-2 era
        
        
          quello di individuare un luogo adatto al-
        
        
          l’atterraggio del rover, che sarà trasportato
        
        
          quest’anno sulla Luna dalla Chang’e-3, at-
        
        
          tualmente in fase di messa a punto. Com-
        
        
          pletata la parte ufficiale della missione, la
        
        
          Chang’e-2 è stata poi inviata nel giugno
        
        
          2011 verso il punto lagrangiano L2 del si-
        
        
          stema Terra-Sole, dove è arrivata nell’ago-
        
        
          
            A
          
        
        
          
            
              nimazione
            
          
        
        
          
            
              dell’orbita di
            
          
        
        
          
            
              Toutatis, confron-
            
          
        
        
          
            
              tata con le orbite
            
          
        
        
          
            
              dei quattro pia-
            
          
        
        
          
            
              neti più interni del
            
          
        
        
          
            
              sistema solare, nei
            
          
        
        
          
            
              mesi precedenti e
            
          
        
        
          
            
              seguenti il mas-
            
          
        
        
          
            
              simo avvicina-
            
          
        
        
          
            
              mento dello
            
          
        
        
          
            
              scorso dicembre.