l'Astrofilo maggio 2012 - page 29

NEBULOSE
ASTROFILO
l’
un'immagine piuttosto diversa.
Le lunghezze d'onda dell'infra-
rosso lontano osservate da Her-
schel (in questo caso fra 70 e 250
micron) mostrano i pilastri come
regioni brillanti che risplendono
contro le regioni nebulari più scu-
re (foto in basso), quasi l'opposto
dell'immagine ottica.
La polvere dei pilastri, a tempera-
ture fra 10 e 40 Kelvin, emette più
fortemente a queste lunghezze
d'onda di ciò che sta attorno e
così risplendono. Se la polvere
fosse dietro il gas che risplende a
lunghezze d'onda ottiche, ve-
dremmo ancora la stessa imma-
gine di Herschel, ma l'immagine
ottica sarebbe piuttosto diversa:
non ci sarebbero i pilastri!
Un ottimo esempio di contrasto
fra le immagini ottica e infrarossa
di una nebulosa è quello relativo
alla struttura nebulare catalogata
col nome Barnard 211-213, nubi
oscure presenti nel complesso
molecolare del Toro. Immagini di
quelle nubi (otticamente) scure
realizzate con lo strumento LA-
BOCA (Large APEX Bolometer Ca-
mera) del telescopio Atacama
Pathfinder EXperiment (Cile), mo-
strano che in realtà sono molto
brillanti nell'infrarosso: stanno
emettendo l'energia che hanno
assorbito nell'ottico.
Le bande ottica e infrarossa sono
quelle che più spesso concorrono
a formare splendide immagini di
nebulose. Tuttavia le nebulose
possono emettere anche in altre
lunghezze d'onda, come risultato
di diversi processi fisici. Ne descri-
viamo alcuni qui di seguito.
Gli elettroni nel gas ionizzato tal-
volta si ricombinano con i protoni
per riformare atomi di idrogeno,
producendo l'emissione ottica de-
scritta più sopra; può però anche
capitare che invece di ricombi-
narsi "sfreccino" a breve distanza
dai protoni proseguendo oltre, e
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