l'Astrofilo maggio 2012 - page 19

EVOLUZIONE STELLARE
ASTROFILO
l’
The Astronomical Journal
. Da allora l’im-
mensa struttura è stata sempre più studiata,
divenendo in tempi recenti oggetto di survey
sistematiche, come quelle condotte con i te-
lescopi spaziali Spitzer e Herschel. È soprat-
tutto nel database di quest’ultimo che i
ricercatori sono stati in grado di indivi-
duare, all’interno di Perseus B1-E (fra
160 e 550
μ
m), una decina di sot-
tostrutture (con dimensioni
0.1 parsec) più dense
e più fredde dell’am-
biente circostante,
elementi indica-
tivi del fat-
to che
c ’ è
m a -
t e r i a
che si sta
c o n c e n -
trando. La
massa totale
della nube (in
realtà Perseus
B1-E è una sotto-
nube) è di circa 100
masse solari e i ricer-
catori stimano che il
90% della sua materia
potrebbe in futuro an-
dare a costituire una de-
cina di astri giganti.
Per verificare la natura di que-
sti possibili precursori di nuclei
stellari, Sadavoy, Di Francesco e gli
altri ricercatori del loro team hanno succes-
sivamente utilizzato il Green Bank Telescope,
col quale hanno potuto misurare moti e tem-
perature delle molecole (principalmente am-
moniaca) contenute nelle sottostrutture
sospette. Almeno una di queste ultime mo-
stra di essere gravitazionalmente legata e
quindi più avanti delle altre nel processo di
condensazione. Inoltre, all’interno di tale
sottostruttura, denominata dai ricercatori
Perseus B1-E2, la dispersione delle velocità
raggiunge valori supersonici che sono tipici
di nuclei protostellari in fasi più avanzate,
mentre nelle nubi molecolari chiaramente
prive di attività di quel genere è tipicamente
inferiore al migliaio di km/h.
Perseus B1-E2 ha dunque tutte le carte in re-
gola per poter essere considerato il primo
precursore di un nucleo stellare ad oggi os-
servato, o quanto meno il candidato per ec-
cellenza, e può aiutarci a capire come si
sviluppa quel processo in assenza dell’inter-
vento di altre stelle e se vi sono
differenze fra le masse stellari
risultanti dai due tipi di inne-
sco principali, ossia onde
d’urto e campi magnetici.
Non è infatti ancora no-
to quanto i fattori che
scatenano la nascita
delle stelle siano
determinanti nel
produrre stelle
isolate piutto-
sto che stelle
in ammassi,
e stelle a
g r a n d e
ma s s a
piut-
tosto
c h e
stelle na-
ne (dal Sole
in giù). Se la pre-
senza di campi ma-
gnetici all’interno di
una nube molecolare è pro-
babilmente fondamentale alla
nascita di nuove stelle, se essi sono
particolarmente intensi, come le osser-
vazioni di Sadavoy e Di Francesco dimo-
strano, anziché favorire ostacolano le fasi
iniziali e sarebbe per tale motivo che B1-E è
in ritardo nella produzione di stelle rispetto
ad altre sottonubi site nelle sue vicinanze
(come NGC 1333), nelle quali i campi magne-
tici non sono altrettanto intensi.
Sarà interessante sorvegliare nel prossimo
futuro le sottostrutture di B1-E (in partico-
lare B1-E2), anche perché non è previsto l’in-
tervento di agenti esterni: l’onda d’urto più
vicina è rappresentata da un guscio di polveri
in espansione, già registrato dall’Infrared
Astronomical Satellite (IRAS) ma che non
sembra destinato a interagire con B1-E, la-
sciando così immacolata quella potenziale
nursery stellare.
A
l centro di
questa pagina
vediamo un’imma-
gine della metà
più occidentale
della nube mole-
colare del Perseo,
con evidenziata la
sottonube B1-E,
all’interno della
quale un team in-
ternazionale di ri-
cercatori ha
scoperto una de-
cina di sottostrut-
ture, identificate
come la primissima
fase della nascita
di nuove stelle. I
colori attribuiti al-
l’immagine sono
rappresentativi di
tre diverse lun-
ghezze d’onda
(160
μ
m, 250
μ
m, e
350
μ
m
)
nelle
quali il telescopio
spaziale Herschel
ha operato in
quella occasione.
Come si nota facil-
mente, a diferenza
delle altre sotto-
nubi indicate, B1-E
appare del tutto
prima di fonti lu-
minose attribuibili
a stelle già in for-
mazione. [ESA]
n
1...,9,10,11,12,13,14,15,16,17,18 20,21,22,23,24,25,26,27,28,29,...48
Powered by FlippingBook