l'Astrofilo maggio 2012 - page 23

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
nica (dove sono presenti caldere che rag-
giungono i 25 km di diametro) risulta essere
migrata lassù in un’epoca successiva all’esau-
rirsi delle effusioni magmatiche. Secondo
Maria T. Zuber (MESSENGER co-investigator
del MIT e coautrice di due articoli al ri-
guardo, usciti a fine marzo su
Science
) ciò
può essere avvenuto attraverso un processo
geodinamico chiamato “deriva polare”, at-
tivato dalla ridistribuzione delle masse all’in-
terno del pianeta.
Il comune denominatore delle tre situa-
zioni non può che essere una globale atti-
vità geologica protrattasi ben oltre l’epoca
della formazione di Mercurio, sicuramente
per almeno 1 miliardo di anni dopo quella
fase (durata circa una de-
cina di milioni di anni).
Che la struttura interna di
Mercurio sia ben più com-
plessa di quanto finora
creduto è risultato chiaro
non appena MESSENGER
ha completato una prima
mappatura del campo gra-
vitazionale del pianeta,
operazione che abbinata
ai rilievi topografici ha
messo i ricercatori nella
condizione di rappresen-
tare realisticamente lo
stato e le dimensioni del
nucleo planetario, nonché
lo spessore di crosta e
mantello e i possibili movimenti tettonici
che vi si sono sviluppati.
Fra tutti i risultati ottenuti, il più eclatante
riguarda il nucleo di Mercurio, che rag-
giunge ben l’85% del raggio del pianeta
(come dire una sfera di 4150 km di diame-
tro), con crosta e mantello che costitui-
scono assieme il restante 15%, un rapporto
molto sbilanciato che non ha eguali nel si-
stema solare (nel caso della Terra il nucleo
occupa il 50% del raggio).
La presenza di un nucleo proporzional-
mente così grande abbinata all’esistenza di
un campo magnetico globale (che pur es-
sendo un centinaio di volte meno intenso
di quello terrestre è comunque rilevante
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