SOLE
ASTROFILO
l’
millenari e nei ghiacci polari. Quei due ele-
menti radioattivi sono il sottoprodotto del-
l'interazione fra raggi cosmici e atmosfera
terrestre, e la loro abbondanza varia col va-
riare dell'attività solare. Potendo datare con
quegli stessi elementi
(e con altri di controllo)
i depositi che li conten-
gono, dalla loro ab-
bondanza si risale ai
livelli dell'attività so-
lare in tutte le epoche
per le quali sono dispo-
nibili i depositi. Dai da-
ti così raccolti, Abreu e
colleghi erano risaliti a
delle sequenze quasi
periodiche che pote-
vano essere indicative
di diversi cicli solari, fra
i quali i più chiari sem-
bravano avere durate
comprese fra 40 e 600
anni. Elaborando poi un modello che simu-
lava i possibili effetti dell'attrazione plane-
taria su un sottile strato subsuperficiale del
Sole (arbitrariamente assunto come legger-
mente ellissoidale), il team ha prodotto una
S
opra, uno dei
più potenti
brillamenti degli
ultimi anni, verifi-
catosi l’11 aprile
scorso. Le parti-
celle ad alta ener-
gia sospinte ver-
so la Terra da
questi fenomeni
ostacolano i raggi
cosmici di origine
galattica e ridu-
cono la produ-
zione di elementi
radioattivi. Il gra-
fico qui a sinistra
dimostra quanto
appena detto,
con le concentra-
zioni di berillio-
10 che aumenta-
no quando l’atti-
vità solare è più
debole. [NASA]