PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
R
iprese infra-
rosse quadri-
banda del campo
celeste adiacente
ad HAT-P-7, visi-
bile al centro di
ogni fotogramma.
La piccola stella
sulla sinistra, se-
parata di 1200 UA,
è fisicamente le-
gata al sistema,
mentre l’ancor più
debole astro visi-
bile sulla destra
(soprattutto in K e
H) è una stella di
sfondo. [NAOJ]
n
l’intervento della stella compagna e del
nuovo pianeta scoperto, l’orbita retrogra-
da di HAT-P-7b non si sarebbe conservata
fino ai nostri giorni.
È doveroso precisare che quello proposto
dal team di Narita è solo uno degli scena-
ri che si adattano con qualche variante
all’attuale configurazione del sistema di
HAT-P-7. Pur non essendo l’unica soluzione
è comunque la più verosimile. L’aspetto più
rilevante del lavoro svolto col telescopio Su-
baru dal team giapponese sta probabil-
mente nel fatto di aver dimostrato che in
presenza di pianeti con orbite retrograde è
fondamentale setacciare in profondità il
cielo attorno alle stelle che ospitano quei
pianeti. Se infatti, come si sospetta, il moto
retrogrado viene innescato sistematica-
mente da una stella compagna (con l’even-
tuale complicità di un altro pianeta), allora
quella stella da qualche parte deve essere e
va trovata se si vuol completare il quadro.
In attesa di ulteriori conferme su altri si-
stemi, va sottolineato che scoperte di que-
sto tipo forniscono elementi importanti
nella comprensione dell’origine di una
grande varietà di sistemi planetari, nei quali
le proprietà delle orbite non sono così scon-
tate come nel nostro. Si calcola che addirit-
tura un terzo dei pianeti giganti possa
trovarsi su orbite sensibilmente eccentriche
e altamente inclinate, quando non retro-
grade. HAT-P-7b è insomma ben lontano
dall’essere un’eccezione.
L’aver scoperto esattamente quello che si
andava cercando ha permesso al gruppo di
Narita di confermare che il meccanismo
alla base dello scenario riscontrato è effet-
tivamente quello descritto per la prima
volta all’inizio degli anni ’60 da Yoshihide
Kozai (segnatamente alle orbite asteroi-
dali). Nella fattispecie, poco dopo la forma-
zione del sistema, la stella compagna ha
iniziato a perturbare l’orbita di HAT-P-7c
inclinandola, dopodiché la nuova configu-
razione ha iniziato a produrre effetti simili
ma più vistosi sull’orbita di HAT-P-7b, che
inclinandosi oltre i 90° è divenuta retro-
grada. L’intero processo ha richiesto parec-
chio tempo e potrebbe essere ancora in
evoluzione. L'unica cosa certa è che senza
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