l'Astrofilo luglio 2012 - page 14

SOLE
ASTROFILO
l’
cappio, costituiti di plasma e disegnati da
linee di forza del campo magnetico, che si
alzavano dalla granulazione verso la base
della corona. Quel tipo di formazioni si era
abituati a vederle su scale molto più grandi,
direttamente nella corona solare e mai si
era ipotizzato che potessero esisterne an-
che in versione “bonsai” (mediamente risul-
tano essere 10 volte più piccole e più fredde
di quelle che si sviluppano molto più in
alto), per di più con un diametro di appena
un centinaio di chilometri, costante per
tutta la lunghezza del cappio. Per generare
e mantenere strutture tanto piccole e stabili
I
n questa imma-
gine ottenuta
dall’SDO il 22 lu-
glio 2011 c’è la re-
gione coronale in
cui sono state ri-
conosciute strut-
ture correlate ai
sottilissimi cappi
magnetici emersi
dagli spazi inter-
granulari della fo-
tofera e registrati
dall’NST. È stata la
chiave per risol-
vere il problema
del surriscalda-
mento coronale.
[NASA/SDO/AIA]
L
edificio principale del
Big Bear Solar Obser-
vatory, con la cupola che
ospita il New Solar Tele-
scope. La struttura sorge
in punta a una lingua di
terra che si proietta al-
l’interno del Big Bear
Lake, presso le San Ber-
nardino Mountains, in
California. [BBSO/NJIT]
90.000km
Dopo decenni di incer-
tezze, all’inizio del
2011 era stato per la
prima volta trovato un
nesso incontroverti-
bile fra attività foto-
sferica e riscaldamen-
to coronale; si era in-
fatti scoperto che at-
traverso i pori, primo
livello evolutivo delle più vistose macchie,
emergono dalla fotosfera lunghe serie di im-
pulsi magnetici che finiscono col rilasciare
energia nella sovrastante atmosfera. Ma il
numero medio di pori presenti in fotosfera
(e quindi l’apporto totale di calore che at-
traverso di essi può confluire nella corona) è
di gran lunga inferiore a quello necessario a
mantenere la temperatura ai valori tipica-
mente riscontrati e pertanto quel meccani-
smo deve avere un peso molto relativo nel
bilancio energetico totale.
La soluzione ideale non era comunque lon-
tana dall’essere trovata, infatti nel luglio
dell’anno scorso un gruppetto di ricercatori
del New Jersey Institute of Technology, com-
posto da Philip Goode, Wenda Cao e Hai-
sheng Ji, ha abilmente sfruttato le notevoli
prestazioni di due strumenti per studi solari,
trovando la vera causa del fortissimo riscal-
damento coronale, o quanto meno un mec-
canismo fisico che più di altri può contri-
buire a quel fenomeno.
La svolta si è avuta quando il New Solar Te-
lescope (NST, un riflettore di 1,6 metri di
diametro, f/52, recentemente installato al
Big Bear Solar Observatory), impiegato per
fotografare in altissima risoluzione ristrette
regioni della fotosfera, ha rivelato nella
riga dell’elio (a 10830Å) un’inattesa e com-
plessa schiera di sottilissimi archi a forma di
1...,4,5,6,7,8,9,10,11,12,13 15,16,17,18,19,20,21,22,23,24,...48
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