l'Astrofilo marzo-aprile 2015 - page 31

SISTEMA SOLARE
ASTROFILO
l’
Verso la fine dello stesso 2013, un gruppo di
ricercatori coordinato da Eric Mamajek, del-
l'Università di Rochester (NY, USA), inizia a
interessarsi della Stella di Scholz, analizzan-
dola spettroscopicamente in luce bianca, con
il Southern African Large Telescope, e nel vi-
cino infrarosso, con il telescopio Magellan
del Las Campanas Observatory. Appare su-
bito chiaro che la nana rossa è in allontana-
mento a una velocità di circa 80 km/s, e il suo
moto apparente sulla volta celeste, stimato
in appena 1 arcosecondi all'anno (equiva-
lente a una velocità tangenziale di 3 km/s),
rivela che si sta allontanando da una dire-
zione quasi coincidente con quella del Sole.
Era insomma il caso di approfondire la fac-
cenda, e tal fine Mamajek e colleghi simu-
lano 10000 possibili orbite della Stella di
Scholz e del Sole attorno al centro della Ga-
lassia. Dai calcoli risulta che anche tenendo
conto di tutte le incertezze osservative, circa
70000 anni fa quella nana rossa passò ad ap-
pena 0,82 anni luce dalla nostra stella, una
distanza equivalente a 52000 unità astrono-
miche (UA), ovvero 54 volte più vicino di Pro-
xima Centauri e, di fatto, all'interno della
parte esterna della Nube di Oort, che si e-
stende dalle 20000 UA dal Sole fino a circa
1,5 anni luce. Secondo i ricercatori coinvolti
nello studio (fra i quali Scott Barenfeld, Cali-
fornia Institute of Technology, e Valentin D.
Ivanov, European Southern Observatory), la
probabilità che la Stella di Scholz sia real-
mente penetrata nella Nube di Oort esterna
è pari al 98% (con il 79% delle simulazioni
che la collocano a meno di 1,1 anni luce dal
Sole), mentre la probabilità che possa essersi
spinta nella Nube di Oort interna, quindi fra
2000 e 20000 UA e di appena 1 su 10000.
(Solo in quest'ultimo
caso le probabilità di
innescare una piog-
gia di comete nel si-
stema solare interno
sarebbero elevate.)
L'eccezionalità della
scoperta, ufficializza-
ta in febbraio su
The
Astrophysical Journal
Letters
, è dimostrata
dal fatto che finora il
miglior candidato a
un incontro ravvici-
nato col Sole era la
stella HIP 85605, che
fra circa 332000 anni
(con ampio margine
di incertezza) do-
vrebbe transitare ad
appena 0,33 anni lu-
ce, quindi sul confine
fra parte esterna e
parte interna della Nube di Oort. Ma il me-
desimo team di Mamajek ha recentemente
dimostrato che la distanza di HIP 85605 era
stata sottostimata di una decina di volte (20
anni luce anziché 200) e che quindi le previ-
sioni sono errate; senza considerare che ci in-
teressano più le intrusioni del passato che
non quelle del futuro, sono infatti le prime
che possono avere conseguenze più imme-
diate sul nostro pianeta. Mamajek e colleghi
stimano, in base all'alta velocità e alla mo-
desta massa della Stella di Scholz (che per la
verità è un sistema binario composto da una
piccola nana rossa di 0,08 masse solari e da
una substella di 0,06 masse solari) che il suo
transito nella Nube di Oort non dev'essere
stato particolarmente devastante dal punto
di vista dinamico, ma può comunque aver
sospinto un numero imprecisabile di nuclei
C
omparazione
fra le dimen-
sioni del sistema
solare con quelle
della Nube di
Oort. È mostrata
anche la traietto-
ria della Stella di
Scholz, con la po-
sizione occupata
70000 anni fa.
[NASA, Michael
Osadciw/Univer-
sity of Rochester,
Illustration by
T. Reyes]
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