STRUMENTI
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          Il secondo pianeta scoperto grazie al KELT-
        
        
          North è decisamente più convenzionale. È
        
        
          stato denominato KELT-2Ab e orbita an-
        
        
          ch’esso attorno a una stella di tipo F (nota
        
        
          con le sigle HD 42176 e KELT-2A), che brilla
        
        
          di magnitudine 8,77 nella costellazione
        
        
          dell’Auriga, a una distanza di circa 360 anni
        
        
          luce. KELT-2Ab è un tipico hot Jupiter, con
        
        
          massa 1,5 volte quella di Giove e raggio di
        
        
          1,3 raggi gioviani. Ruota attorno alla sua
        
        
          stella in poco più di 4 giorni, a una distanza
        
        
          media di quasi 7,5 milioni di km. Altre infor-
        
        
          mazioni su quel pianeta, in particolare sulla
        
        
          sua atmosfera, arriveranno certamente dalla
        
        
          campagna osservativa programmata per il
        
        
          prossimo novembre, quando alcuni grandi
        
        
          telescopi al suolo, ai quali si aggiungeranno
        
        
          gli spaziali Hubble e Spitzer, dedicheranno
        
        
          parte del loro tempo ad analizzare la luce fil-
        
        
          trata attraverso la sua atmosfera.
        
        
          Per quanto diversi possano essere fra loro i
        
        
          due pianeti scoperti dal piccolo KELT, c’è una
        
        
          cosa piuttosto importante che li accomuna
        
        
          ed è quella di orbitare attorno a una stella
        
        
          doppia. Sia nel caso di KELT-1 sia in quello di
        
        
          KELT-2A i ricercatori hanno infatti accertato
        
        
          un legame con stelle nane, un tipo M per la
        
        
          prima e un tipo K per la seconda (KELT-2B).
        
        
          Ci sono validi motivi per ritenere che quelle
        
        
          due stelle abbiano avuto un ruolo determi-
        
        
          nante nel creare l’attuale situazione dina-
        
        
          mica dei sistemi: i ricercatori sono convinti
        
        
          che i due pianeti percorrevano un tempo or-
        
        
          bite molto più ampie di quelle attuali e che
        
        
          
            I
          
        
        
          
            
              n questa imma-
            
          
        
        
          
            
              gine si scorge il
            
          
        
        
          
            
              filtro Wratten
            
          
        
        
          
            
              montato sul-
            
          
        
        
          
            
              l’obiettivo. Seb-
            
          
        
        
          
            
              bene appaia di
            
          
        
        
          
            
              colore giallo, la-
            
          
        
        
          
            
              scia in realtà pas-
            
          
        
        
          
            
              sare la luce rossa,
            
          
        
        
          
            
              con picco di tra-
            
          
        
        
          
            
              smissione a 489
            
          
        
        
          
            
              nm. [KELT Obser-
            
          
        
        
          
            
              vatories]
            
          
        
        
          
            A
          
        
        
          
            
              sinistra ve-
            
          
        
        
          
            
              diamo un’im-
            
          
        
        
          
            
              magine della
            
          
        
        
          
            
              stella KELT-1 (la
            
          
        
        
          
            
              chiazza grande)
            
          
        
        
          
            
              dove è visibile
            
          
        
        
          
            
              (indicata dalla
            
          
        
        
          
            
              freccia) anche la
            
          
        
        
          
            
              stella nana con la
            
          
        
        
          
            
              quale forma un
            
          
        
        
          
            
              sistema binario.
            
          
        
        
          
            
              Proprio questa
            
          
        
        
          
            
              nana può aver
            
          
        
        
          
            
              spinto KELT-1b
            
          
        
        
          
            
              così vicino alla
            
          
        
        
          
            
              sua stella. [Keck
            
          
        
        
          
            
              Observatories]
            
          
        
        
          solo in epoche relativamente recenti le inte-
        
        
          razioni gravitazionali con le più esterne
        
        
          stelle nane li hanno dirottati sulle orbite che
        
        
          oggi percorrono. Si tende infatti ad esclu-
        
        
          dere che gli hot Jupiter possano formarsi a
        
        
          brevissima distanza dalle stelle, in quanto
        
        
          quella posizione non è né favorevole all’ag-
        
        
          gregazione di grandi quantità di gas, né so-
        
        
          stenibile per lunghissimi periodi, e avendo il
        
        
          sistema di KELT-2A circa 4 miliardi di anni è
        
        
          improbabile che il suo pianeta possa trovarsi
        
        
          dov’è da tutto quel tempo.
        
        
          Al di là degli importanti risvolti scientifici, le
        
        
          scoperte ottenute dal KELT offrono anche
        
        
          qualche spunto di riflessione sul mondo
        
        
          astrofilo, dove si vedono gruppi di persone
        
        
          che convincono le amministrazioni locali o
        
        
          (molto più raramente) singoli privati a spen-
        
        
          dere cifre esorbitanti per costruire osserva-
        
        
          tori tanto vistosi quanto inutilizzabili dal
        
        
          punto di vista della ricerca astronomica,
        
        
          quando invece con cifre più modeste e cer-
        
        
          tamente con più umiltà potrebbero essere
        
        
          conseguiti risultati davvero importanti.
        
        
          Di fronte a rilevanti scoperte compiute con
        
        
          un obiettivo di appena 42 millimetri di dia-
        
        
          metro, appare veramente risibile la corsa a
        
        
          diametri di 1 metro e più che ancora conti-
        
        
          nua da parte di talune realtà del panorama
        
        
          amatoriale. Sono le idee che fanno la diffe-
        
        
          renza, non le dimensioni…
        
        
          n