l'Astrofilo settembre 2012 - page 24

ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
materiale eiettato, calcolando
quanto di questo può essere
giunto su Phobos in varie epo-
che. Le conclusioni sono sor-
prendenti: ogni chilogrammo
di superficie satellitare con-
tiene 0,25 grammi di superficie
planetaria eiettata negli ultimi
3,5 miliardi di anni. Essendo
impensabile che una qualun-
que colonia batterica, per
quanto anaerobica e difesa
dalle radiazioni dalla polvere
in cui si annida, possa soprav-
vivere su Phobos oltre 10 mi-
lioni di anni, i ricercatori han-
no deciso di concentrare la
loro attenzione proprio sugli
ultimi 10 milioni di anni, otte-
nendo come nuova propor-
zione mezzo milligrammo di
Marte per ogni chilogrammo
di superficie di Phobos. Sembra
un’inezia, ma quel peso equi-
vale a 50 miliardi di particelle
di polvere con diametro di un
millesimo di millimetro (100
volte più piccole di un grano di
sabbia), che è poi la dimensio-
ne media dei batteri terrestri.
Per arrivare a stimare quel pre-
ciso quantitativo il team ha si-
mulato ben 10 milioni di tra-
iettorie delle particelle di pol-
vere, considerando ogni possi-
bile velocità, angolo di par-
tenza e forza orbitale.
Le simulazioni indicano che sia
Phobos che Deimos hanno
avuto più volte occasione di
attraversare le nubi di polveri
e detriti vari prodotti da im-
patti avvenuti su Marte, e ciò
risulta essere accaduto almeno
quattro volte negli ultimi 10
milioni di anni.
Di tutti gli eventi, il più inte-
ressante è sicuramente quello
che meno di 5 milioni di anni
fa formò il cratere Mojave,
largo una sessantina di km e
profondo fino a 2,6 km. Quel-
A
lcune vedute
del cratere
Mojave, forma-
tosi su Marte
circa 5 milioni di
anni fa a seguito
dell’impatto di un
piccolo asteroide.
Il materiale sca-
gliato in orbita
nel corso di
quell’evento è
stato in parte ra-
colto da Phobos.
Se nella regione
interessata dal-
l’impatto erano
presenti all’epoca
forme di vita ele-
mentare o al-
meno tracce di
una sua remota
esistenza, una
sua rappresen-
tanza si è sicura-
mente trasferita
su Phobos, dove
recuperarla sa-
rebbe molto più
semplice dell’an-
darla a cercare di-
rettamente sul
pianeta. [NASA,
JPL, University of
Arizona]
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