ASTROBIOLOGIA
        
        
          ASTROFILO
        
        
          
            l’
          
        
        
          materiale eiettato, calcolando
        
        
          quanto di questo può essere
        
        
          giunto su Phobos in varie epo-
        
        
          che. Le conclusioni sono sor-
        
        
          prendenti: ogni chilogrammo
        
        
          di superficie satellitare con-
        
        
          tiene 0,25 grammi di superficie
        
        
          planetaria eiettata negli ultimi
        
        
          3,5 miliardi di anni. Essendo
        
        
          impensabile che una qualun-
        
        
          que colonia batterica, per
        
        
          quanto anaerobica e difesa
        
        
          dalle radiazioni dalla polvere
        
        
          in cui si annida, possa soprav-
        
        
          vivere su Phobos oltre 10 mi-
        
        
          lioni di anni, i ricercatori han-
        
        
          no deciso di concentrare la
        
        
          loro attenzione proprio sugli
        
        
          ultimi 10 milioni di anni, otte-
        
        
          nendo come nuova propor-
        
        
          zione mezzo milligrammo di
        
        
          Marte per ogni chilogrammo
        
        
          di superficie di Phobos. Sembra
        
        
          un’inezia, ma quel peso equi-
        
        
          vale a 50 miliardi di particelle
        
        
          di polvere con diametro di un
        
        
          millesimo di millimetro (100
        
        
          volte più piccole di un grano di
        
        
          sabbia), che è poi la dimensio-
        
        
          ne media dei batteri terrestri.
        
        
          Per arrivare a stimare quel pre-
        
        
          ciso quantitativo il team ha si-
        
        
          mulato ben 10 milioni di tra-
        
        
          iettorie delle particelle di pol-
        
        
          vere, considerando ogni possi-
        
        
          bile velocità, angolo di par-
        
        
          tenza e forza orbitale.
        
        
          Le simulazioni indicano che sia
        
        
          Phobos che Deimos hanno
        
        
          avuto più volte occasione di
        
        
          attraversare le nubi di polveri
        
        
          e detriti vari prodotti da im-
        
        
          patti avvenuti su Marte, e ciò
        
        
          risulta essere accaduto almeno
        
        
          quattro volte negli ultimi 10
        
        
          milioni di anni.
        
        
          Di tutti gli eventi, il più inte-
        
        
          ressante è sicuramente quello
        
        
          che meno di 5 milioni di anni
        
        
          fa formò il cratere Mojave,
        
        
          largo una sessantina di km e
        
        
          profondo fino a 2,6 km. Quel-
        
        
          
            A
          
        
        
          
            
              lcune vedute
            
          
        
        
          
            
              del cratere
            
          
        
        
          
            
              Mojave, forma-
            
          
        
        
          
            
              tosi su Marte
            
          
        
        
          
            
              circa 5 milioni di
            
          
        
        
          
            
              anni fa a seguito
            
          
        
        
          
            
              dell’impatto di un
            
          
        
        
          
            
              piccolo asteroide.
            
          
        
        
          
            
              Il materiale sca-
            
          
        
        
          
            
              gliato in orbita
            
          
        
        
          
            
              nel corso di
            
          
        
        
          
            
              quell’evento è
            
          
        
        
          
            
              stato in parte ra-
            
          
        
        
          
            
              colto da Phobos.
            
          
        
        
          
            
              Se nella regione
            
          
        
        
          
            
              interessata dal-
            
          
        
        
          
            
              l’impatto erano
            
          
        
        
          
            
              presenti all’epoca
            
          
        
        
          
            
              forme di vita ele-
            
          
        
        
          
            
              mentare o al-
            
          
        
        
          
            
              meno tracce di
            
          
        
        
          
            
              una sua remota
            
          
        
        
          
            
              esistenza, una
            
          
        
        
          
            
              sua rappresen-
            
          
        
        
          
            
              tanza si è sicura-
            
          
        
        
          
            
              mente trasferita
            
          
        
        
          
            
              su Phobos, dove
            
          
        
        
          
            
              recuperarla sa-
            
          
        
        
          
            
              rebbe molto più
            
          
        
        
          
            
              semplice dell’an-
            
          
        
        
          
            
              darla a cercare di-
            
          
        
        
          
            
              rettamente sul
            
          
        
        
          
            
              pianeta. [NASA,
            
          
        
        
          
            
              JPL, University of
            
          
        
        
          
            
              Arizona]