ASTROBIOLOGIA
ASTROFILO
l’
U
n’ipotetica
scena di una
missione umana
su Phobos. Grazie
alla bassissima
gravità del satel-
lite, gli astronauti
potrebbero rag-
giungere la su-
perficie con facili-
tà e raccogliere
altrettanto facil-
mente campioni
di rocce e polveri.
La loro analisi po-
trebbe rivelare le
prime forme di
vita aliena.
n
anche se lì non si dovessero scoprire segni di
vita presente o passata non necessariamente
la conclusione varrà per l’intero pianeta. Su
Phobos è invece presente materiale prove-
niente in tempi diversi da diverse aree geo-
grafiche marziane, e solo analizzando cam-
pioni raccolti in punti diversi della superficie
del satellite si potrà dare in tempi ragione-
volmente brevi un responso quasi definitivo
sull’esistenza dei marziani.
Vista la relativa semplicità di una missione,
non solo automatica, verso Phobos, non è
improbabile che dopo la Luna possa essere
proprio quello, e non Marte, il primo corpo
celeste su cui sbarcherà l’uomo: meno rischi,
meno spese e maggiori probabilità di sco-
prire la vita oltre la Terra. Perché no?
l’evento alza sensibilmente le probabilità
dell’esistenza su Phobos di colonie batteri-
che marziane, infatti, ammesso e non con-
cesso che su Marte ci sia stata vita almeno
fino ad alcuni milioni di anni fa, e che questa
abbia lasciato quanto meno tracce fossili, su
Phobos potrebbe essercene un intero cam-
pionario, molto più facile da collezionare
che non scendendo sulla superficie del pia-
neta. Prendiamo ad esempio il nuovo rover
Curiosity, felicemente atterrato su Marte il 6
agosto scorso: per quanto sofisticato sia il
suo laboratorio biochimico e per quanto
promettente sia dal punto di vista astrobio-
logico il cratere Gale, luogo dell’atterraggio,
la missione sarà comunque limitata geogra-
ficamente a quell’ambiente circoscritto, e