ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
qua subsuperficiale. Il compito principale
dell'orbiter è quello di svelare il mistero del-
la presenza di piccole quantità di metano
nell'atmosfera marziana. Quella presenza è
stata confermata (a partire dal 2009) sia da
precedenti sonde, sia da osservazioni com-
piute dalla Terra. Trattandosi di una mole-
cola dalla vita breve su scala geologica ed
essendo generalmente il risultato della de-
composizione di alcune sostanze organiche
in assenza di ossigeno, oltre che il sottopro-
dotto del metabolismo di esseri viventi, va
da sé che scoprire l'origine di quella pre-
senza è estremamente interessante.
L'immissione del metano nell'atmosfera
marziana risulta essere variabile con le sta-
gioni e potrebbe essere associata a regioni
superficiali relativamente ristrette.
Per quanto ne sappiamo oggi, la fonte di
quel gas può essere un naturale processo
geologico, come l'ossidazione di determinati
minerali esposti all'atmosfera, oppure un
altro tipo di reazione chimica o, appunto,
l'attività biologica di forme elementari di
vita. Dai suoi circa 400 km di altezza sopra
la superficie marziana, TGO sarà in grado
di mappare il metano atmosferico (così co-
me il vapore d'acqua, gli ossidi di azoto,
I
l Trace Gas Orbi-
ter (TGO) con
Schiaparelli (ag-
ganciato in alto)
durante un test di
resistenza alle vi-
brazioni. [ESA–
S. Corvaja]
In basso, uno
schema delle due
sonde, con evi-
denziate le posi-
zioni dei quattro
gruppi di strumen-
ti del TGO. [ESA/
ATG medialab]