scelta di far allu-
nare l’Apollo 16
sull’altopiano De-
scartes era stata
fatta perché si ri-
teneva che quella
struttura fosse di
origine vulcanica,
ma dall’analisi
dei campioni ri-
SPECIALE
•
VISTI SULLA LUNA
29
crateri South Ray e North Ray. Du-
rante quelle escursioni, Young e
Duke hanno percorso oltre 26 km,
raccogliendo complessivamente
quasi un quintale di rocce lunari,
la più grande delle quali pesava
11,3 kg. Nel corso di una delle
uscite gli astronauti raggiunsero
anche il record di velocità del-
l’LRV, toccando i 17,7 km orari. La
tifici più importanti conseguiti
dalla missione. Qui sopra ve-
diamo uno dei numerosi crateri
visitati dagli astronauti durante le
loro esplorazioni: si tratta del pic-
colo cratere Plum, largo 40 metri
e profondo circa 10, raggiunto du-
rante la prima escursione, che
aveva come obiettivi principali i
crateri Flag e Spook. Le orme
degli astronauti, ben visibili sulla
parte bassa dell’immagine, ren-
dono pienamente l’idea della con-
sistenza polverosa della superficie
lunare. L’intero nostro satellite è
infatti ricoperto da uno strato di
cosiddetta regolite, una miscela di
polvere fine e di detriti rocciosi
prodotti nei miliardi di anni dagli
impatti di meteoriti, fenomeno
tuttora in corso anche se in forma
pressoché impercettibile.
portati sulla
Terra si capì
che la re-
gione si era
formata dal-
l’accumulo
di materiale
roccioso
frantumato
dai grandi
impatti che
interessa-
rono la Luna
(e tutto il si-
stema solare
interno)
circa 4 mi-
liardi di anni
fa. Questa
scoperta fu
uno dei ri-
sultati scien-
AGOSTO 2012
ASTROFILO
l’
[NASA/GSFC/ASU]
[NASA]
n