SPECIALE
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VISTI SULLA LUNA
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I
l 7 dicembre 1972 prende il via
quella che è tuttora l’ultima mis-
sione umana non solo diretta
sulla Luna ma anche semplice-
mente oltre l’orbita terrestre:
l’Apollo 17. Inizialmente il pro-
gramma Apollo prevedeva un nu-
mero molto superiore di missioni, si
pensava addirittura a una ventina
di allunaggi con la costruzione di
una stazione orbitale lunare e in-
fine di una base sulla superficie.
Ma già dopo i primi sbarchi tutto
era stato ridimensionato a una de-
cina di missioni, e all’Apollo 17 sa-
rebbero dovuti seguire almeno il
18, il 19 e il 20. Ma già nel settem-
bre del ‘70, ancor prima della mis-
sione dell’Apollo 14, si era capito
che la serie si sarebbe fermata a 17.
I motivi di questa scelta da parte
dell’amministrazione statunitense
furono essenzialmente due: il costo
delle missioni e il venir meno della
concorrenza dell’Unione Sovietica,
che aveva ormai abbandonato ogni
velleità di andare sulla Luna, prefe-
rendovi prolungate permanenze in
orbita terrestre. Inoltre l’entusia-
smo del popolo americano verso i
voli lunari era da tempo scemato
(già dall’Apollo 13, la cui disavven-
tura risvegliò un po’ l’attenzione).
E infine gli USA stavano tirando le
somme delle gigantesche spese mi-
litari per l’intervento in Vietnam.
Come sempre accade in questi casi,
a farne per primi le spese sono
quei settori della ricerca scientifica
e tecnologica che non hanno
un’immediata e concreta ricaduta
nelle attività commerciali e militari.
Ma veniamo a ciò che qui più ci in-
teressa, ossia le immagini prodotte
dal Lunar Reconnaissance Orbiter.
Nell’immagine di apertura la freccia
rossa indica il modulo lunare del-
l’Apollo 17, il Challenger, che si sta-
glia su un’area resa piatta dalla
luce solare indicente. A destra la
stessa area è collocata in un conte-
sto superficiale molto più vasto.
AGOSTO 2012
ASTROFILO
l’
[NASA/GSFC/ASU]
[NASA/GSFC/ASU]