l'Astrofilo dicembre 2011 - page 37

DICEMBRE 2011
ASTROFILO
l’
S
e potessimo osser-
vare da vicino un
buco nero di taglia stel-
lare, questo è lo scenario
che ci si presenterebbe:
una quantià di gas di-
sposto su un disco di ac-
crescimento che si
riscalda invorticandosi
attorno a una piccola re-
gione oscura, dalla quale
si irradiano due lunghi e
ben definiti getti di par-
ticelle ad alta energia.
[University of Warwick /
Mark A. Garlick]
COSMOLOGIA
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il centro passando per un disco di accresci-
mento rotante. Tale disco deve essere ne-
cessariamente presente perché la materia
che vi cade ha sempre un moto rotazio-
nale e questo si amplifica al ridursi del
raggio, formando il disco. Al flusso di ma-
teria che confluisce verso il disco si accom-
pagna un flusso di materia in uscita
attraverso i getti, e sebbene questi ultimi
possano risultare enormi, la regione pros-
sima al disco di accrescimento dove essi si
formano è ristretta, addirittura più piccola
dell’orbita terrestre per un sistema stel-
lare binario come quello di GX 339-4.
Tale minuscola regione alla base dei getti
è ciò che un team di ricercatori giapponesi
e americani (guidati da Poshak Gandhi) ha
studiato alle lunghezze d’onda infrarosse
attraverso il satellite WISE (Wide-field In-
frared Survey Explorer) della NASA.
GX 339-4 dista 26000 anni luce ed è stato
osservato da WISE diverse volte a lun-
ghezze d’onda comprese fra 3.4 e 22 mi-
cron. La risoluzione delle osservazioni (non
migliore di 6 arcosecondi) è troppo bassa
per risolvere qualunque struttura all’in-
terno della piccola regione dove i getti si
formano, ma misurando come la luminosità
varia nel tempo a diverse frequenze si ot-
tengono una quantità di informazioni utili
a determinare le proprietà fisiche della re-
gione in emissione.
Come sono state dunque calcolate le di-
mensioni e la forza del campo magnetico
nella regione di GX 339-4 dove si origina-
no i getti? La risposta, ovviamente, è “con
una po’ di teoria”. Prima dobbiamo cono-
scere quale processo genera l’emissione in-
frarossa. Una possibilità è che la polvere
nel disco di accrescimento sia riscaldata a
temperature di alcune centinaia di Kelvin
ed emetta ciò che viene chiamato “radia-
zione di corpo nero”. Questa è esattamente
il tipo di radiazione che avvertiamo avvici-
nando una mano a una fonte di calore.
Se è questo il caso di GX 339-4, allora la
luminosità alle quattro lunghezze d’onda
osservate mostrerebbe valori relativi carat-
teristici, dipendenti dalla reale temperatura.
Tuttavia ciò non è stato visto, e quindi la
polvere calda nel disco di accrescimento non
è la causa dell’emissione.
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