NEBULOSE
MARZO 2013
S
pesso quando viene inaugurato un
nuovo, potente telescopio professionale
si usa dire che cambierà il nostro modo
di vedere il cosmo, un’espressione che non si
riferisce solo alla ricaduta scientifica ma anche
alla semplice estetica. Molti oggetti celesti fo-
tografati con strumenti nuovi cambiano in-
fatti totalmente “faccia” e se in passato il loro
aspetto ricordava cose della vita comune che
avevano suggerito il loro stesso nome, oggi
chi non ne conosce la storia si chiederà perché
quegli stessi oggetti hanno nomi che nulla
sembrano avere a che fare con le loro pro-
prietà morfologiche. È il caso di NGC 6357,
una nebulosa lontana 8000 anni luce, visibile
nello Scorpione, che in passato fu denominata
“aragosta” per via della sua netta somi-
glianza col crostaceo se osservata con ampi
diametri o fotografata in luce bianca. L’og-
getto in questione risulta del tutto irricono-
scibile in questa recentissima immagine
ottenuta con il Visible and Infrared Survey Te-
lescope for Astronomy (VISTA) al Paranal Ob-
servatory dell’ESO, e il confronto con un
disegno realizzato nel 1875 da Étienne Léo-
pold Trouvelot (che presentiamo a pag. 34) è
a questo riguardo lampante. Si perderà un
po’ di poesia ma si guadagna enormemente
sotto l’aspetto scientifico, infatti anche questa
nuova immagine, che è parte di una gigante-
sca survey denominata VISTA Variables in
the Vía Láctea, aiuterà gli astronomi a miglio-
rare le conoscenze che abbiamo sull’origine e
sulla struttura della Galassia. La bellissima im-
magine infrarossa di NGC 6357 ottenuta da
VISTA mette in grande risalto ciò che in luce
bianca rimane nascosto. Il confronto sulla
zona centrale proposto nel video qui a fianco
non ha bisogno di commenti. Sia in luce
bianca sia in infrarosso, la formazione che più
attira l’attenzione dell’osservatore è sicura-
mente l’ammasso stellare Pismis 24, che si
trova in prossimità del centro della nebulosa,
dalla quale è nato e che contribuisce a illumi-
nare con i suoi giganteschi astri. Fra questi si
pensava fino a qualche tempo fa che ci fosse
la più grande stella di tutta la Via Lattea, Pi-
smis 24-1, rivelatasi invece essere composta di
tre astri diversi, ognuno dei quali dotato di
una massa non lontana dalle 100 masse solari,
il che li fa comunque figurare fra le più impo-
nenti stelle che si conoscano.
ASTROFILO
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