PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
fittito allorché si è scoperto che la crosta lu-
nare nell’emisfero opposto è circa 50 km
più spessa di quella dell’emisfero visibile.
I vari tentativi di attribuire alla sola pre-
senza della Terra quelle evidentissime dif-
ferenze non hanno mai avuto particolare
successo in passato. Infine si è giunti al
nuovo modello elaborato da Asphaug e
Jutzi, supportato da simulazioni al compu-
ter, che sembra ora in grado di dar conto
delle evidenze osservative, inquadrandosi
perfettamente nel più ampio scenario che
descrive la nascita del sistema Terra-Luna.
Il punto di partenza rimane la titanica colli-
sione fra la protoTerra e un protopianeta di
taglia marziana, avvenuta a poche centinaia
di milioni di anni dall’inizio della formazione
del sistema solare. A seguito di quella colli-
sione, il corpo più piccolo è stato quasi com-
pletamente assorbito dalla futura Terra, men-
tre una parte del mantello di quest’ultima si
è riversata nello spazio circumterrestre, dove
per autogravitazione si è concentrata for-
mando la Luna. Secondo Asphaug e Jutzi, in
questo scenario base quasi universalmente
accettato può essere inserita la contempo-
ranea formazione di una seconda luna (per
comodità Luna2), che le simulazioni descri-
vono con diametro finale superiore a un mi-
gliaio di chilometri e massa pari a circa 1/30
di quella della Luna (per comodità Luna1).
Entrambe le lune si sarebbero accresciute
sulla medesima orbita, a una distanza dalla
Terra molto più breve di quella dell’odierna
Luna, con Luna2 collocata al sicuro in uno
dei due punti lagrangiani posti a ±60°. Le
due lune devono essere rimaste in quelle re-
ciproche posizioni per diversi milioni di anni,
L
a fase cruciale
di una simula-
zione al computer
che illustra l’im-
patto sulla Luna
di un secondo sa-
tellite terrestre
con massa pari al
4% di quella lu-
nare. Una dina-
mica di questo
tipo spiega in
modo esauriente
l’anomala abbon-
dante di KREEP
nei terreni più su-
perficiali dell’emi-
sfero lunare
rivolto verso la
Terra. Nella simu-
lazione la se-
conda luna ha un
diametro di 1270
km e impatta con
un angolo di 45°
alla velocità di 2,4
km/s. [Martin
Jutzi and Erik
Asphaug]