PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
durante i quali le loro superfici si sono soli-
dificate, lasciando però almeno su Luna1
uno strato subsuperficiale di magma li-
quido, nella cui composizione abbondavano
gli elementi del gruppo KREEP: potassio (K),
terre rare (REE) e fosforo (P).
A causa delle pesanti maree esercitate dalla
Terra, le due Lune hanno da subito iniziato
a rallentare il proprio moto rotatorio, au-
mentando per contro la loro distanza
media dal pianeta, che dopo circa 10 mi-
lioni di anni doveva essere di 120-130mila
km. A quel punto la gravità del Sole ha co-
minciato a giocare un ruolo importante, de-
stabilizzando la più leggera Luna2, che
sbalzata fuori dal suo punto lagrangiano ha
finito con l’impattare Luna1 in tempi rela-
tivamente brevi.
Non è chiaro quale delle due abbia rag-
giunto l’altra, ma in ogni caso si è trattato
più di una “spanciata” di Luna2 su Luna1,
che non di un impatto vero e proprio, e ciò
a causa delle basse velocità relative tipiche
di due orbite quasi identiche. L’energia de-
rivante dall’incontro e la gravità dei due
corpi sarebbero state comunque sufficienti
a disgregare completamente Luna2, che
con una minima perdita di materia (poi co-
munque ricaduta su Luna1) si sarebbe let-
teralmente spalmata su quelle che oggi è la
faccia nascosta del nostro satellite naturale.
Il perché sia attualmente proprio quell’emi-
sfero il più lontano dalla Terra può trovare
una spiegazione supponendo che all’epoca
della collisione le due lune avevano il moto
di rotazione già sincronizzato con quello di
rivoluzione, e che quella collisione è stata
quasi radente, con Luna2 poco più distante
dalla Terra di Luna1. Ipotizzare che i due sa-
telliti ruotassero ancora liberamente sul
proprio asse renderebbe più difficile inter-
pretare la situazione odierna.
Il modello di Asphaug e Jutzi spiegherebbe
inoltre l’anomala abbondanza di KREEP su-
perficiale nell’emisfero oggi rivolto verso
la Terra: l’inglobamento di Luna2, infatti,
avrebbe frantumato la giovane e sottile cro-
sta di Luna1, provocando un riversamento
del sottostante magma fluido ricco di
KREEP nell’emisfero opposto, dove si sa-
rebbe depositato e solidificato.
Insomma, vuoi per le piccole lune dei tempi
nostri, vuoi per la ben più grande seconda
luna della preistoria planetaria, risulta a
questo punto difficile parlare della Luna
come dell’unico satellite della Terra!
A
nche Giapeto,
uno dei più
grandi satelliti di
Saturno, ha spe-
rimentato in un
lontano passato
una specie di fu-
sione con un’al-
tra luna. L’evento
ha lasciato una
catena montuosa
(creata dai fram-
menti della luna
distrutta), ben vi-
sibile in queste
immagini. [NASA,
JPL-Caltech]
n