l'Astrofilo febbraio 2014 - page 27

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
avrebbero occupato in assenza di perturba-
zioni gravitazionali. Poiché l'entità di quel-
l'azione è indicativa delle masse in gioco, i
ricercatori sono risaliti alle masse dei due
pianeti, con KOI-314b che è risultato 4 volte
più pesante della Terra, e con KOI-314c che
invece ha una massa del tutto paragonabile
a quella del nostro pianeta. È questo il
primo caso di un pianeta di massa terrestre
“visto” transitare su un disco stellare. Ma le
analogie non vanno
molto oltre. Intanto per-
ché la temperatura su-
perficiale è stimata at-
torno ai 100°C, ma so-
prattutto perché, come
abbiamo già detto più
sopra, il diametro di
KOI-314c risulta essere
del 60% più grande di
quello della Terra, il che
si traduce nella presen-
za di una voluminosa
atmosfera, che abbassa
drasticamente la densità
media del pianeta, por-
tandola a 1,3 volte
quella dell'acqua (ol-
tre 4 volte inferiore a
quella della Terra).
Per dar conto di una
densità tanto bassa,
quell'involucro gas-
soso deve essere spes-
so diverse centinaia di
chilometri ed essere
composto essenzial-
mente di idrogeno ed
elio. Alla luce di quan-
to sopra, appare pro-
babile che KOI-314c
abbia iniziato la sua
esistenza come mini-
Nettuno e che nel
tempo una parte con-
sistente della sua at-
mosfera sia evaporata
a causa della radia-
zione stellare. Questo
verosimile scenario la-
scia intuire quanto sia
difficile discernere fra
pianeti rocciosi di tipo terrestre e altre tipo-
logie di pianeti, come appunto i giganti
gassosi “sgonfiati” (o come i mondi rico-
perti da profondissimi oceani globali) se
non vi è la possibilità di determinare le loro
masse. Il solo diametro ci dice ben poco e
senza il valore delle masse è impossibile ca-
pire fino a che punto determinati pianeti
possano essere adatti a ospitare la vita,
come noi la conosciamo.
L
e stelle che
possiedono al-
meno un pianeta
mostrano una
certa preferenza
per quelli di taglia
compresa fra
quella della Terra
e quella di Net-
tuno. I pianeti più
enigmatici, quelli
di circa 2-3 masse
terrestri, sono
anche i più nume-
rosi ma nono-
stante ciò il nostro
sistema solare ne
è privo. A destra,
un’animazione
che illustra come
Kepler raccoglie la
luce delle stelle
monitorate.
[NASA Kepler Mis-
sion/ Dana Berry]
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