l'Astrofilo febbraio 2014 - page 29

PLANETOLOGIA
ASTROFILO
l’
stellari sono ancora presenti in grandi
quantità. Nel nostro sistema planetario non
esistono mini-Nettuno nelle vicinanze del
Sole per il semplice motivo che la forma-
zione dei pianeti non è stata rapida come
nei sistemi esaminati da Lithwick e Hadden.
In sostanza, quando la Terra si formò, il Sole
aveva già soffiato via la maggior parte del
residuo gassoso rimasto dopo la sua forma-
zione. I due ricercatori della Northwestern
University hanno dimostrato che pianeti
anche solo 2-3 volte più grandi della Terra
hanno densità assai basse e che quindi la
loro massa solida è ricoperta da una vasta
atmosfera. Per valori delle masse più vicini
a quello della Terra il quadro si complica,
perché esistono sia pianeti a densità terre-
stre (o più elevata, come nel caso di KOI-
314b) sia mini-Nettuno che si sono ridi-
mensionati (vedi KOI-314c). I tempi di for-
mazione dei pianeti rispetto a quelli delle
loro stelle sono dunque determinanti alla
comparsa di ambienti favorevoli o meno al-
l'insorgere della vita.
Un’altra ricerca sul medesimo argomento è
stata presentate al meeting dal team di
Geoff Marcy (University of California), che
ha confermato la natura planetaria di una
quarantina di candidati pianeti, ricorrendo-
sia al metodo delle velocità radiali (con il
Keck I delle Hawaii) sia alla tecnica TTV
(quindi con i soli dati raccolti da Kepler).
Questo lavoro ha confermato che i mini-
Nettuno sono la tipologia di pianeti più dif-
fusa e che al momento non esistono infor-
mazioni univoche né sulla loro composi-
zione né sulla loro struttura interna. In par-
ticolare non è chiaro se possono esistere
mini-Nettuno con un diametro uguale o
molto vicino a quello terrestre. Tutte queste
incertezze complicano notevolmente lo
schema lineare finora accettato, secondo il
quale un pianeta grande (o piccolo) come la
Terra, non poteva che essere composto di
roccia e metalli nella sua quasi totalità.
Q
uando più di
un pianeta
viene visto transi-
tare ripetutamen-
te sul disco di una
stella c’è la possi-
bilità impiegare la
tecnica delle va-
riazioni temporali
dei transiti, che
permette di calco-
lare le masse di
entrambi i piane-
ti. Per quanto di
difficile applica-
zione, negli ultimi
mesi diversi grup-
pi di ricercatori
grazie ad essa so-
no riusciti a pesa-
re oltre un centi-
naio di pianeti ex-
trasolari. [NASA]
Lo schema in
basso illustra
come può essere
strutturato inter-
namente un mini-
Nettuno: un nu-
cleo roccioso (e
metallico) è so-
vrastato da un
oceano globale,
che a sua volta è
sovrastato da
un’estesa atmo-
sfera gassosa.
[Geoff Marcy]
n
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