ASTRONAUTICA
ASTROFILO
l’
tiva alla quantità
di parti di ricam-
bio di cui l'avam-
posto marziano
necessiterà nel
tempo per restare
pienamente ope-
rativo. Gli analisti
del MIT hanno
calcolato a que-
sto riguardo che
nel giro di pochi
anni i carichi in-
viati dalla Terra
saranno dominati
dalle parti di ri-
cambio, fino a rappresentare il 60% e oltre
del peso trasportato verso la colonia. Ciò si-
gnificherà più lanci di navicelle cargo di
quanto oggi previsto e quindi più costi di
quelli preventivati, un problema che va ad
aggiungersi a quello relativo alla fase di
lanci destinati a costruire automaticamente
l'insediamento marziano prima dell'arrivo
dei coloni: secondo Mars One basteranno 6
razzi del tipo Falcon Heavy (ciascuno capace
di portare 12 tonnellate di carico in orbita
di trasferimento geostazionaria), mentre se-
condo il MIT ne serviranno addirittura 15.
Il quadro si complica ulteriormente conside-
rando che non si può lanciare un razzo con
destinazione Marte quando capita, ma biso-
dal 29 settembre al 3 ottobre. I punti critici
che evidenziano non sono né pochi né facil-
mente risolvibili.
Uno di quei punti riguarda l'idea di estrarre
ghiaccio dal sottosuolo marziano per tra-
sformarlo in acqua da usare per l'alimenta-
zione, l'igiene, l'irrigazione etc. Ebbene, le
attuali tecnologie funzionanti sul nostro
pianeta non risultano direttamente espor-
tabili su Marte e sarà quindi necessario svi-
lupparne altre ad hoc (senza contare che
attualmente non conosciamo ancora con
precisione né l'ubicazione né la consistenza
dei giacimenti di ghiaccio).
Un'altra questione sottovalutata dai proget-
tisti di Mars One sembra essere quella rela-
G
li spazi a di-
sposizione
dei coloni inclu-
deranno dei lun-
ghi segmenti
collegati ai mo-
duli abitativi.
Nell’illustrazione
in basso si distin-
gue chiaramente
la rete di pannel-
li solari che forni-
ranno alla colo-
nia tutta l’ener-
gia di cui necessi-
terà. [Bryan Ver-
steeg/Mars One]