l'Astrofilo settembre-ottobre 2015 - page 33

CRONACHE SPAZIALI
della galassia che lo contiene. La mag-
gior parte delle galassie ospitano
buchi neri conmasse inferiori all'1%di
quella della galassia. In CID-947 la
massa del buco nero è pari al 10% di
quella della galassia ospite. A causa di
questa notevole disparità, i ricercatori
hanno dedotto che il buco nero è cre-
sciuto così rapidamente che la galassia
ospite non è stata in grado di tenere il
passo, mettendo in discussione prece-
denti ipotesi sulla co-evoluzione delle
galassie e dei loro buchi neri centrali.
“Le misure di CID-947 corrispondono
alla massa di una galassia tipica”
, ha
detto Trakhtenbrot.
“Abbiamo per-
tanto un buco nero gigantesco dentro
una galassia di taglia normale. Il risul-
tato è talmente sorprendente che due
degli astronomi hanno verificato indi-
pendentemente la massa della galas-
sia, giungendo entrambi alla stessa
conclusione.”
“I buchi neri sono oggetti che posseg-
gono una forza gravitazionale così ele-
vata che nulla, nemmeno la luce, può
fuggire”
, ha detto la pro-
fessoressa Meg Urry, della
Yale University, co-autrice
dello studio.
“La teoria del-
la relatività di Einstein de-
scrive come essi incurvano
lo spazio-tempo. L'esisten-
za dei buchi neri può essere
dimostrata perché la mate-
ria è enormemente accele-
rata dalla forza gravitazio-
nale e quindi emette in par-
ticolare radiazioni ad alta
energia.”
Finora le osservazioni ave-
vano indicato che mag-
giore è il numero di stelle
presenti nella galassia o-
spite, più grande è il buco
nero.
“Questo è vero per
l'universo locale, che riflet-
te semplicemente la situa-
zione del recente passato
dell'universo”
, ha detto Ur-
ry. Inoltre, precedenti studi
suggeriscono che la radia-
zione emessa durante la
I
n questa illustrazione
un buco nero emette
parte della materia ri-
succhiata sotto forma
di radiazione energe-
tica (blu), senza rallen-
tare la formazione di
stelle all'interno della
galassia ospite (regioni
porpora). [M. Helfen-
bein, Yale Univ./OPAC]
n
crescita del buco nero ha controllato
o addirittura ostacolato la creazione
di stelle quando la radiazione rilascia-
ta ha surriscaldato il gas. Questa evi-
denza aggiuntiva aveva portato gli
scienziati a supporre che la crescita dei
buchi neri e la formazione delle stelle
procedano di pari passo. Gli ultimi ri-
sultati, tuttavia, suggeriscono che que-
sti processi funzionano in modo diffe-
rente, almeno nel giovane universo. Il
distante e giovane buco nero osser-
vato da Trakhtenbrot, Urry e colleghi
ha approssimativamente 10 volte me-
no massa della sua galassia. Nell'uni-
verso a noi contemporaneo, i buchi
neri raggiungono tipicamente una
massa compresa fra 0,2 e 0,5 percento
della massa della galassia ospite.
“Ciò significa che il buco nero in que-
stione è cresciuto in modo molto più
efficiente della galassia, contraddi-
cendo i modelli che prevedono uno
sviluppo proporzionato”
, ha detto
Trakhtenbrot. I ricercatori hanno an-
che concluso che le stelle stavano an-
cora formandosi quando il buco ne-
ro giunse al termine della sua cre-
scita. Contrariamente alle ipotesi pre-
cedenti, il flusso di energia e di gas
spinto dal buco nero non arrestò la
creazione delle stelle.
“Dai dati di Chandra disponibili per
quella sorgente, abbiamo anche con-
cluso che il buco nero ha un tasso di
accelerazione molto basso e ha quin-
di raggiunto la fine della sua crescita.
D'altro canto, altri dati suggeriscono
che le stelle stavano ancora forman-
dosi in tutta la galassia ospite”
, ha
detto Trakhtenbrot. La galassia po-
trebbe continuare a crescere in fu-
turo, ma la relazione fra la massa del
buco nero e quella delle stelle rimar-
rebbe comunque insolitamente gran-
de. I ricercatori ritengono che CID-
947 potrebbe essere un precursore
dei più estremi e massicci sistemi che
osserviamo nell'universo attuale, co-
me NGC 1277 nella costellazione di
Perseo, a circa 220 milioni di anni
luce dalla Via Lattea.
ASTROFILO
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