CRONACHE SPAZIALI
carbonio ionizzato
una volta (noto co-
me [CII]). Questa ra-
diazione è emessa a
una lunghezza d'on-
da di 158micrometri,
ma dal momentodel-
l'emissione a quando
arriva ad ALMA, a
causa dell'espansio-
ne dell'universo, vie-
ne allungata esatta-
mente quanto basta
per essere rilevabile
alla lunghezza d'on-
da di circa 1,3 milli-
metri.
I ricercatori non sta-
vano nemmeno cer-
cando rari oggetti
estremamente bril-
lanti (come quasars e
galassie con altissimo
tasso di formazione
stellare, che erano
stati visti finora), si
erano invece concen-
trati su molto più co-
muni e meno spet-
tacolari galassie che
avevano reionizzato
l'universo e si erano
trasformate nelle ga-
lassie che ora ve-
diamo attorno a noi.
Da una delle galassie (denominata
BDF 3299), ALMA ha raccolto un de-
bole ma chiaro segnale del carbonio
ionizzato. Tuttavia, il bagliore non
proviene dal centro della galassia, ma
piuttosto da un suo lato. Il co-autore
Andrea Ferrara (Scuola Normale Supe-
riore di Pisa) spiega l'importanza delle
nuove scoperte:
“Questo è il più di-
stante rilevamento di sempre di que-
sto tipo di emissione da una galassia
‘normale’, vista a meno di un miliardo
di anni dopo il Big Bang. Essa ci dà
l'opportunità di vedere l'accresci-
mento delle prime galassie. Per la
prima volta stiamo osservando galassie
primordiali non semplicemente come
piccole chiazze, bensì come oggetti
con una struttura interna!”
Gli astronomi pensano che la collo-
cazione decentrata del bagliore sia
imputabile al fatto che le nubi cen-
trali sono state distrutte dall'am-
biente severo creato dalle stelle neo-
nate (sia dalla loro intensa radia-
zione sia dagli effetti dell'esplosione
di supernovae), mentre il bagliore
del carbonio sta tracciando nuovo
gas freddo che si sta accrescendo dal
mezzo intergalattico.
Combinando le nuove osservazioni di
ALMA con simulazioni al computer, è
stato possibile capire in dettaglio i
processi chiave all'interno delle prime
galassie: gli effeti
della
radiazione
proveniente dalle
stelle, la sopravvi-
venza delle nubi
molecolari, la fuga
della radiazione io-
nizzante e la com-
plessa struttura del
mezzo interstellare
possono ora essere
calcolate e compa-
rate con l'osserva-
zione. BDF 3299 è
probabile che sia un
tipico esempio delle
galassie responsabili
della reionizzazione.
“Abbiamo cercato
di capire il mezzo in-
terstellare e la for-
mazione delle sor-
genti della reioniz-
zazione per molti an-
ni. Finalmente, es-
sere in grado di te-
stare le previsioni e
le ipotesi sui dati
reali di ALMA è un
momento emozio-
nante che apre a u-
na nuova serie di do-
mande. Questo tipo
di osservazioni chia-
rirà molti dei pro-
blemi spinosi che abbiamo con la
formazione delle prime stelle e galas-
sie nell'universo”
, ha aggiunto An-
drea Ferrara. E conclude Roberto Ma-
iolino:
“Questo studio sarebbe sta-
to semplicemente impossibile senza
ALMA, poiché nessun altro stru-
mento avrebbe raggiunto la sensibi-
lità e la risoluzione spaziale richieste.
Sebbene siano finora alcune delle più
profonde osservazioni di ALMA, lo
strumento è ancora lontano dal rag-
giungere le sue massime potenzia-
lità. In futuro ALMA riprenderà la
struttura fine di galassie primordiali
e traccerà in dettaglio l'accresci-
mento delle prime galassie”
.
ASTROFILO
l’
Q
uesta veduta è una combinazione di immagini di ALMA e del
Very Large Telescope. L'oggetto centrale è una galassia molto di-
stante, denominata BDF 3299, che è vista quando l'universo aveva
meno di 800 milioni di anni. La chiazza rossa brillante appena in bas-
so a sinistra è la rilevazione di ALMA di una vasta nube di materiale
che sta aggregandosi alla giovanissima galassia. [ESO/R. Maiolino]
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