CRONACHE SPAZIALI
ASTROFILO
l’
n
è quest'ultimo, più massiccio è pro-
porzionalmente il buco nero. Ma per
la galassia NGC 1600, la massa del
buco nero gigante oscura di gran lun-
ga la massa del suo relativamente
rado sferoide.
“Sembra che quella re-
lazione non funzioni molto bene con
i buchi neri estremamente massicci;
essi sono una frazione più grande del
previsto della massa della galassia
ospite”
, ha detto Ma.
Ma e colleghi hanno riferito della sco-
perta del buco nero (collocato a circa
200 milioni di anni luce dalla Terra, in
direzione della costellazione dell'Eri-
dano) nell'edizione del 6 aprile della
rivista
Nature
. Primo autore dell'arti-
colo è Jens Thomas, del Max-Planck-
Institut für extraterrestrische Physik,
di Garching, Germania.
Un'idea per spiegare la dimensione
del mostruoso buco nero è che si sia
fuso con un altro buco nero molto
tempo fa, quando le interazioni fra
galassie erano più frequenti. Quando
due galassie si fondono, i loro buchi
neri centrali si dispongono nel nucleo
della nuova galassia e orbitano uno
attorno all'altro. Le stelle che si avvi-
cinano al doppio buco nero, a se-
conda della loro velocità e della loro
traiettoria, possono sottrarre mo-
mento angolare alla vorticosa coppia
e guadagnare abbastanza velocità da
fuggire dal nucleo della galassia.
Questa interazione gravitazionale fa
sì che i buchi neri si avvicinino lenta-
mente fra loro e alla fine si fondano
a formare un ancora più grande buco
nero. Poi, il buco nero supermassiccio
continua a crescere inghiottendo gas
incanalato nel nucleo da collisioni di
galassie.
“Per diventare così massic-
cio, il buco nero deve aver avuto una
fase voracissima, durante la quale di-
vorò quantità di gas”
, ha detto Ma. I
frequenti pasti consumati da NGC
1600 possono anche essere la ra-
gione per cui la galassie risiede in
una piccola comunità, con pochi vi-
cini galattici. NGC 1600 è la galassia
dominante del suo gruppo galattico
L
a galassia ellittica massiccia al centro di questa immagine, presa dalla Digi-
tized Sky Survey, risiede in una regione di spazio sgombra. Una veduta rav-
vicinata della galassia, denominata NGC 1600, è mostrata nell'immagine del
riquadro, che è stata presa nel vicino infrarosso dalla Near Infrared Camera
and Multi-Object Spectrometer (NICMOS) del telescopio spaziale Hubble.
[NASA, ESA, e C.-P. Ma (University of California, Berkeley)]
ed è almeno tre volte più brillante
dei suoi vicini.
“Raramente altri grup-
pi come questo hanno un simile
grande divario di luminosità fra la
galassia più luminosa e la seconda
più luminosa”
, ha detto Ma.
La maggior parte del gas della gas era
già consumato molto tempo fa,
quando il buco nero divampò come
un brillante quasar, per il materiale
incanalato su di esso e riscaldato fino
allo stato di plasma incandescente.
“Ora il buco nero è un gigante dor-
miente”
, ha detto Ma.
“L'unica possi-
bilità di scoprirlo era misurare le
velocità delle stelle vicine ad esso, che
sono fortemente influenzate dalla
gravità del buco nero. Le misure delle
velocità ci hanno fornito una stima
della massa del buco nero.”
Le misu-
re di velocità sono state fatte con il
Gemini Multi-Object Spectrograph
(GMOS) del telescopio di 8 metri Ge-
mini North, sul Mauna Kea, Hawaii.
GMOS ha analizzato spettroscopica-
mente la luce in arrivo dal centro
della galassia, rivelando stelle entro
3000 anni luce dal nucleo. Alcune di
queste stelle stanno girando intorno
al buco nero evitando incontri ravvi-
cinati. Ma stelle in movimento su un
percorso rettilineo lontano dal nucleo
suggeriscono che esse si siano già av-
venturate più vicino al centro e che
siano state scagliate via, probabil-
mente dai buchi neri gemelli.
Immagini di archivio di Hubble, prese
con la Near Infrared Camera and
Multi-Object Spectrometer (NICMOS),
supportano l'idea di un doppio buco
nero che sospinge lontano le stelle. Le
immagini di NICMOS rivelano che il
nucleo della galassia è insolitamente
debole, indice di mancanza di stelle in
prossimità del centro galattico. Un
nucleo svuotato di stelle distingue le
galassie massicce dalle galassie ellit-
tiche standard, che sono più brillanti
nei loro centri. Ma e colleghi sti-
mano che la quantità di stelle but-
tate fuori dalle regioni centrali equi-
vale a 40 miliardi di soli e sarebbe
comparabile all'espulsione dell'inte-
ro disco della nostra Via Lattea.